Che la difficoltà diventi opportunità. Il campionato è appena iniziato, ma la Fiorentina piantata nella parte destra della classifica non piace a nessuno, così come i soli due punti conquistati in tre partite. Certo il calendario non ha aiutato con due trasferte e la gara casalinga contro i campioni in carica, ma sarà durissimo fino agli ultimi giorni di ottobre: quindi meglio farci l’abitudine. I problemi dei singoli si intersecano con quelle di squadra e Pioli oggi, alla ripresa degli allenamenti, inizierà a valutare da vicino possibili cambiamenti e nuove occasioni. Perché la rosa è ampia, molti scalpitano, altri hanno avuto l’opportunità di farsi vedere. Qualcuno, infine, è riuscito a dare segnali confortanti pur entrando dalla panchina.
L’esempio più lampante porta il nome e cognome di Jacopo Fazzini: “capitano” dei giocatori non ancora schierati titolari in campionato ma che sperano in una gerarchia diversa. Proprio perché nei momenti complicati possono aprirsi opportunità per chi le sa cogliere. Del resto a centrocampo, così come in difesa, la Viola ha sofferto in tutte le gare e farsi trovare pronti è obbligatorio per chi ha iniziato leggermente dietro nelle idee del tecnico. Fazzini, in campionato ha giocato una cinquantina di minuti fino ad ora portando vivacità, tecnica e freschezza. L’assist meraviglioso per Piccoli ha messo in luce la capacità di creare, l’impegno poi è sempre massimo. Per questo l’ex Empoli spera di leggere il suo nome nella distinta dei titolari domenica prossima contro il Como.
Dalla sua anche 90 minuti in Europa contro il Polissya: dove al termine di una serpentina personale ha colpito il palo a portiere battuto. Che preferisca giocare mezzala rispetto a trequartista ormai lo sanno anche i muri, ma la disponibilità è massima ovunque. In mezzo al campo spera in una chiamata anche Hans Nicolussi Caviglia: unico vero interprete naturale del ruolo di play basso, con
Fagioli che non ha in quella posizione convinto durante questi primi mesi. Non è ancora al top della condizione, ma la sua presenza potrebbe portare ordine e geometrie. Dietro scalpitano altri due. Pablo Marì, un po’ come Nicolussi Caviglia in mezzo, è il solo ad avere come posizione prediletta quella di centrale di una difesa a tre.
Fino ad ora ha giocato appena 28 minuti in campionato a Cagliari (90 invece con il Polyssia), piagati dall’errore nel finale sul gol di Luperto. Ma difficilmente uno della sua esperienza può ripetere lo stesso sbaglio: e metterlo centrale potrebbe riportare Pongracic nel ruolo della passata stagione, quello di braccetto di destra, facendo rifiatare un Comuzzo spaesato dopo un altro mercato che lo ha visto protagonista. Sempre in difesa occhio a Viti. Ha giocato il secondo tempo a Cagliari. Contro il Napoli è entrato appena un minuto (anche lui titolare contro il Polyssia), ma il sinistro educato in una gara tecnica come quella contro il Como di domenica potrebbe essere un’arma in più. Oggi la Fiorentina torna ad allenarsi: c’è quasi una settimana per convincere il tecnico. Lo scrive La Repubblica