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LA GRANDE POCHEZZA… IL PENSIERO DI DARIO “GHEBBE”

Editoriali

LA GRANDE POCHEZZA… IL PENSIERO DI DARIO “GHEBBE”

Dario Del Gobbo

21 Agosto · 12:49

Aggiornamento: 21 Agosto 2017 · 12:49

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Non mi dilungherò molto sulla partita.
Perché alla fin fine una vera partita non c’è stata.

Abbiamo avuto due buone occasioni da gol, loro potevano farne 7 tranquillamente, tre gol di scarto ci stanno.

A voi Gil Dias è piaciuto, mentre a me è sembrato fumoso e inconcludente.
Inutile stare a sentire i vostri durissimi improperi verso il solito Tomovic, come se fosse lui il problema.

Sono anni che ogni stagione la gioca da titolare, segno che i nostri dirigenti lo reputano la miglior alternativa possibile. Non rifatevela con lui, più di questo non può fare.

Lasciamo stare una gara che ci ha visto protagonisti sì e no per 20 minuti su 90. Sembrava un’amichevole estiva. Una gara sulla quale alcuni di voi sono stati pure capaci di vedere qualcosa di buono.
Una partita di merda.
Lasciamo stare.

Mi concentrerei su due persone.
Pioli e Freitas.

L’allenatore oltre a scavarci la fossa con ripartenze palla al piede dalla difesa impostando con Veretout o Sanchez (quest’ultimo imbarazzante) non mi è piaciuto sia nei cambi sia soprattutto a fine partita: “ehi, alla fine non è mica successo nulla, ci riprenderemo”.

Mister,  lo so anch’io che l’Inter ci arriverà davanti di molti punti. Che c’erano diverse categorie di differenza. Che loro erano pronti e noi raffazzonati all’ultimo momento, con esordienti in tutti i reparti. Ma il problema è proprio quello: “non è successo nulla”. In campo soprattutto nel primo tempo non si è visto niente. Una squadra totalmente inerme, incapace di costruire, con pochissime geometrie in testa. Ritmi bassi, pochissima intensità e nessuna voglia di ripartire in contropiede. Mister, la strada è lunga e sarà bene tu digrigni i denti fin da subito, altrimenti qui non succederà veramente nulla.

Infine Freitas. Un nostro dirigente, per quelli che non lo conoscono. Spero tanti.
Non un dirigente qualsiasi, per la precisione è il nostro direttore sportivo.

Questo simpatico ometto proveniente dal Portogallo, che sembrava destinato ad andarsene ma che all’improvviso ha visto rinnovato il suo contratto nel menefreghismo generale, giustamente. Questo ometto silenzioso e tanto bianco in volto che ieri ci ha detto tramite Mediaset Premium: “abbiamo fatto un enorme sforzo per avere questa rosa, abbiamo due nomi per ogni ruolo, dobbiamo ringraziare la proprietà”.

Dunque signor Freitas. Capisco che sia preoccupato perché il suo precedente datore di lavoro chiede a lei e ad altri suoi colleghi una settantina di milioni di euro con l’accusa di “uso irresponsabile delle finanze del club”. Io capisco che lei abbia amicizie importanti come Jorge Mendes e Pini Zahavi (vero e proprio “capo” di Fali Ramadani come già scritto dall’eccezionale giornalista Pippo Russo) e che quindi anche per questo lei sia un dirigente che “serve” a questa società.

Ma non ci venga a parlare di sforzi.
Lo sforzo vero è stare a sentire le sue sciocchezze, sorbirsi la sua faccia e i suoi assurdi discorsi.

Si limiti a fare il suo lavoro, limitatevi a rientrare degli investimenti fatti fino a oggi. Limitatevi a tirare i remi in barca, come state facendo palesemente da almeno 3 anni.
Non abbiamo nessuno da ringraziare, il pubblico di Firenze deve ringraziare solo sé stesso.

La saluto caldamente.

Dario “Ghebbe”

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