17 Agosto 2025 · Ultimo aggiornamento: 23:40

Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Il ritorno a Firenze di Italiano, colui che ha riportato la Fiorentina in alto dopo 3 lotte salvezze

Firenze, Stadio Artemio Franchi, 03.04.2024, Fiorentina-Atalanta, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

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Il ritorno a Firenze di Italiano, colui che ha riportato la Fiorentina in alto dopo 3 lotte salvezze

Redazione

17 Maggio · 09:50

Aggiornamento: 17 Maggio 2025 · 10:09

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Italiano arrivò a Firenze prendendo la squadra che si era salvata nelle ultime giornate i 3 campionati precedenti

Sono passati cinque mesi dal match, perso dalla Fiorentina, ma l’eco di quella scena rimbalza ancora sui gradoni del Franchi. Domani ci tornerà da vincente: ha appena alzato la Coppa Italia con il Bologna, dopo aver perso tre finali alla guida della Fiorentina (stavolta all’Olimpico, dove perse con l’Inter, ha battuto il Milan).

Sarà il suo primo ritorno da ex nello stadio dove — dicono in molti — è diventato grande. Ma che accoglienza troverà l’ex condottiero gigliato? I sentimenti, a Firenze, non si raffreddano in fretta. Per qualcuno resta l’allenatore che ha riportato la squadra in Europa e sfiorato la gloria. Per altri, solo un tecnico che ha fallito quando contava davvero.

C’è chi si sente tradito, chi ferito, chi invoca buonsenso. Ma c’è anche chi prepara i fischi. E nel derby dell’Appennino, dove la rivalità brucia forte, nessuno verrà risparmiato. Fiorenza Bonini ad esempio non nasconde l’amarezza: “Averlo visto tirare su la coppa dopo tre finali perse coi viola non è stato facile. Vederlo tornare da vincente dopo i fallimenti in questo stadio lascia l’amaro in bocca. I fischi saranno più che legittimi”.

Un sentimento condiviso anche da Gianluca Nirta: “Se il nostro ex allenatore non avesse fatto quella pessima scenetta all’andata, il Franchi lo avrebbe anche applaudito. Lo avrebbe riconosciuto come un vincente che da noi si è fatto le ossa. Invece con quel gesto ha scelto di rompere. Se verrà criticato, ci sarà poco da lamentarsi”.

C’è anche chi prova a ricondurre tutto al calcio. Gregorio Matucci parla di “goliardia e rivalità, cose che fanno parte del popolo viola. Gli sfottò danno colore e penso che Italiano non ne sarà risparmiato. Le tre finali perse bruciano ancora”.

Achille Grimaldi, invece, è rimasto colpito dalle sue parole: “Disse che giocare contro la Fiorentina era come una finale. Non è un bel pensiero, anzi suona come rancoroso”.

Ma non tutti hanno voglia di battaglia. Paolo Meucci invita alla misura: “Le offese sono sempre sbagliate. Il clima sarà naturalmente caldo, ma spero che prevarrà il buonsenso. Alla fine si parla di sport, una cosa che dovrebbe potare spensieratezza”. Alessandro Cioppi, da veterano del tifo viola, prova a guardare oltre: “Firenze è un popolo diviso, come i guelfi e i ghibellini. Ma dobbiamo essere obiettivi: da noi si è formato e ha imparato. Portando poi a casa una coppa a Bologna. I meriti gli vanno riconosciuti”.

Un punto di vista condiviso da Alberto Castelli: “Non vedo astio. Mi pare che abbia dedicato la coppa alla famiglia Barone e questo dimostra che un legame con Firenze è rimasto”. Il riferimento del tifoso è alla dedica a Joe Barone all’Olimpico, appena finita la finale col Milan.

Dario Coroi va anche oltre le considerazioni di Alberto: “È stupido offendere. Con questa squadra avrebbe fatto molto. Aveva giocatori improponibili, ma con De Gea, Gosens e Kean chissà. Pensiamo piuttosto a noi”.

Non tutti sono così concilianti come lui. Gabriele Bianchi avvisa: “L’accoglienza sarà tremenda. I tifosi viola non dimenticano e il derby dell’Appennino è un match caldo”. E Manuel Rinaldi chiude con amarezza: “Non mi è piaciuto il teatrino che ha fatto. I colori vanno rispettati. Il popolo viola non dimentica i momenti insieme, ma quel gesto sembrò quasi uno sfottò”.

Insomma il tifo, quando si parla dell’ex allenatore della Fiorentina, si divide. Ma almeno su una cosa sembrano concordare tutti: battere il Bologna e agganciarlo in classifica può riaccendere una luce nel popolo viola dopo le brutte sconfitte con Betis Siviglia (costata l’eliminazione dalla Conference League) e Venezia in campionato. In fondo la matematica dice che l’Europa è ancora possibile. Difficile, molto, ma possibile. Lo scrive La Nazione

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