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Il protocollo Var è chiaro ma denso di lacune, l’arbitro doveva essere richiamato e non espellere Biraghi

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Il protocollo Var è chiaro ma denso di lacune, l’arbitro doveva essere richiamato e non espellere Biraghi

Giuseppe Cizza

20 Dicembre · 21:30

Aggiornamento: 20 Dicembre 2021 · 21:30

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Firenze, stadio A.Franchi, 19.12.2021, Fiorentina-Sassuolo, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

UNA SPLENDIDA FIORENTINA…

Quella andata in scena ieri nel lunch match sul prato dell’Artemio Franchi di Firenze tra la Fiorentina di Vincenzo Italiano ed il Sassuolo di Alessio Dionisi si presentava come una delle sfide più interessanti della penultima giornata del girone d’andata.

Due allenatori giovani, moderni e, ad oggi, annoverati tra i principali promotori di un calcio diverso, più esteta ma non per questo meno efficace.

Aspettative tutt’altro che tradite, con un match godibilissimo, che ha visto le due formazioni affrontarsi a viso aperto, con costante proiezione offensiva e soprattutto un ritmo assolutamente non comune per il campionato italiano.

Ben poco da dire, insomma, sul piano della spettacolarità, con la compagine viola, ancora una volta trascinata da Dusan Vlahovic, che se non altro può recriminarsi un primo tempo eccessivamente remissivo che, per grandi meriti degli emiliani, la vedeva sotto per due a zero dopo la prima frazione di gioco.

Una reazione, quella puntualmente arrivata nella ripresa, che era insomma lecito attendersi, e che per il piacere dei tifosi neutrali, fissa il punteggio sul due a due grazie alla rete di Lucas Torreira, con ancora più di mezz’ora da giocare.

Appena qualche minuto dopo, però, l’episodio che concorre a scombinare i piani di rimonta viola: capitan Biraghi, in precedenza ammonito, contende un pallone sulla fascia sinistra e commette, a dire del direttore di gara,

un fallo meritevole del secondo cartellino giallo, che decreta l’espulsione dell’esterno di Italiano, costringendo la Fiorentina a concludere la partita in inferiorità numerica.

PENALIZZATA DA UN PROTOCOLLO SEMPRE MENO CHIARO.

Una decisione che, analizzate le immagini, ha lasciato sbigottito il ds Daniele Pradè, che nel post gara non si è voluto sottrarre dall’esprimere tutto il suo disappunto per un contrasto che, a suo dire, nemmeno irregolare, figurarsi da seconda ammonizione.

Un episodio nebuloso, che oltre ad aver condizionato il match, inasprisce il già vibrante dibattito relativo ai criteri di utilizzo del protocollo Var.

Biraghi non fa nulla per cercare il contatto, e di certo non può esimersi dal difendere il pallone in suo possesso, ed allora per quale motivo il protocollo Var, che ieri è stato applicato in ottemperanza al regolamento, non prevede la possibilità che l’arbitro  in campo possa giovare della ”on field review” cosi’ da valutare l’entità del contatto?

Una domanda che sorge spontanea, specie se si osserva come, abbastanza insensatamente, il protocollo preveda di contro la possibilità di ” trasformare” un cartellino giallo in un cartellino rosso.

Due dinamiche identiche, l’una prevista e tutelata, l’altra no, ed a farne le spese, come sempre, sono le squadre in campo.

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