Finisce il mercato, inizia il campionato, è tempo di giudizi. O meglio… è tempo di voti. Più efficaci, più diretti. Non mi nascondo, neppure a me (come già detto da Labaroviola) sono piaciute le formule usate per Gerson e Pjaca. In pratica, se sfondano ci guadagnano gli avversari, altrimenti ci rimettiamo noi. Molto semplicemente. Ma si sa, la Fiorentina naviga a vista, anno dopo anno, direi quasi… mese dopo mese: nessuna programmazione, nessun rischio d’impresa, nessun tuffo nel sogno, come fu per la coppia Rossi-Gomez. Tutto in attesa del compratore, della cittadella, di un rinnovato entusiasmo… che (forse) un giorno arriverà. Quindi, appurato questo, mi turo il naso e vado a giudicare una squadra senza Badelj e senza Astori, che significa un grosso gap di personalità. Allo stesso tempo valuto una squadra che ha lo stesso allenatore dell’anno scorso (e non è poco). Che ha Lafont, Milenkovic (finalmente titolare), Pjaca, Mirallas, Edimilson, Norgaard. In più le conferme di Chiesa, Pezzella, Vitor Hugo, Veretout e Simeone. Ha alternative come Benassi, Laurini, Hancko e Dabo. In più qualche coniglio da estrarre come Montiel, che a vederlo così magrolino (ma con un sinistro fatato) sembra tanto un Robbiati 4.0. E qualcuno a questo punto dirà… magari. Insomma, considerando un autofinanziamento talebano, l’obbedienza ceca e militaresca al FPF (Fair Play Finanziario), ricordando che quando il gatto non c’è i topi ballano, il mercato di Corvino è almeno da 6,5. Tendente al sette se quelle due-tre scommesse andranno a buon fine. Sento già gli strali: “però Della Valle ha detto il settimo posto, però il tesoretto, però gli esuberi. Però però però…” Posso dirlo? Non me ne frega un bel niente. Io guardo al campo, osservo le forze a disposizione, scruto le altre squadre, e dico che… il bicchiere è mezzo pieno. In chiave europea, in ottica Coppa Italia. Il famoso calice nel quale Pantaleo versa un Negroamaro d’annata, supera la metà, arriva quasi sulla tre-quarti, come un buon numero 10 pronto per fare l’assist. Se poi il centravanti farà gol o calcerà fuori… lo scopriremo solo giocando.
Inizia il campionato, abbiamo detto, perchè la Fiorentina si è vista rinviare la prima giornata con la Sampdoria al 19 settembre p.v. E se non fosse per la circostanza a dir poco tragica, verrebbe da dire… che fortuna! La condizione fisica di Pjaca migliorerà, e anche quella di Mirallas. Poi cominciare in casa fa sempre bene, raddoppiare fa ancora meglio (i viola giocheranno anche la seconda tra le mura amiche, il 2 settembre contro l’Udinese). Alla terza col Napoli ci sarà anche Veretout che avrà finalmente scontato la squalifica. Come vediamo, solo cose positive sul fronte viola… Meno una. Che non è una cosetta da niente, visto che la squadra la deve allenare, assemblare, mandare in campo Stefano Pioli. Ci chiediamo: ma questa Fiorentina di chi è? Il progetto tecnico di questi 11, di chi è? E’ opera di Corvino o di Pioli? Ricordiamo nitidamente il tecnico di Parma dichiarare a più riprese il proprio amore per Badelj, cercare ripetutamente di convincere il croato a rimanere, augurarsi che il mercato portasse calciatori d’esperienza, di personalità… E invece sono arrivati tanti giovani, magari bravissimi, campioncini futuribili, ma pur sempre giovani. La stessa punta di diamante Marko Pjaca ha “solo” 23 anni. Che dire poi del vice Lafont, che allo stato attuale si chiama Dragowski: portiere inadatto a marcire in panchina, portiere che Pioli non “vede”. Ed il vice Simeone? Ok, c’è Mirallas che all’occorrenza può fare la prima punta, ma ufficialmente il vice-cholito è Dusan Vlahovic. Anche qui… giovanissimo. Sarà un crack, sarà il nuovo Ibrahimovic, sarà, sarà, sarà… Noi sappiamo che Pioli avrebbe voluto due certezze in due ruoli fondamentali per una squadra di calcio. Questo sappiamo. Tornando a Badelj, Pioli dovrà fare a meno del regista. Stefano è d’accordo? La rinuncia al ruolo che fu di De Sisti, Pecci, Pizarro è condivisa? Si prospetta un centrocampo fatto da mezze ali, con Veretout portato al centro. Pioli è convinto di questo? Ha avallato la scelta? Non lo so… Conoscendo Corvino che tende a fare piazza pulita di quello che trova per ricominciare da zero, nutro qualche dubbio. Stefano Pioli è certamente un ottimo allenatore, eccellente persona, quasi un padre di famiglia (situazione del dopo-Astori docet…) ma non è un rovescia tavoli. Che non è detto sia un difetto, però… Comunque, la mano di Corvino si vede: netta, decisa, dirimente. Quella di Pioli speriamo di apprezzarla fin da domenica prossima. Quando a Firenze arriverà il Chievo che ha messo alle corde la Juventus di Ronaldo. Eh già, perchè domenica si gioca, finalmente…