Un ippodromo, un campo da golf da 18 buche, ma anche un canile sanitario e un gattile. Nei progetti del Pnrr si trova un po’ di tutto. A Panettieri, in Calabria, arriveranno 125 mila euro per il presepe vivente. A Orgosolo, in provincia di Nuoro, arriveranno 500 mila euro per fare un campo da softball, un gioco simile al baseball. Mentre ad Exilles in Val di Susa un finanziamento di 199 mila euro verrà usato per celebrare la grappa con un museo ad hoc. A Foligno, invece, l’amministrazione comunale intende utilizzare 1 milione di euro per realizzare un parco, all’interno dell’aeroporto «Franceschi», con la costruzione di un canile sanitario, un canile rifugio, un gattile ed aree per la pet therapy.
In Sicilia, la città di Marsala vuole spendere 800.000 euro per terminare un ippodromo iniziato 30 anni fa e mai completato. A Macerata si pensava di usare le risorse per costruire una pista da sci artificiale, ma dopo una protesta locale l’amministrazione ha deciso di abbandonare l’idea. Cavriglia, in Toscana, ha stanziato 4 milioni di euro per rinnovare il campo da golf locale. Ad Acerenza, in Basilicata, arriveranno 300 mila euro per realizzare una pista per il pattinaggio artistico e hockey e un campo da beach volley. Progetti che il Financial Times, in un articolo sul Pnrr, definisce «stravaganti». Secondo il quotidiano della City alcuni membri del governo Meloni si sarebbero lamentati in privato della qualità dei progetti presentati dal alcuni Comuni, che ora potrebbero essere riconsiderati.
Per il governo italiano il problema non sarà solo evitare sprechi di risorse e assicurarsi che i progetti siano coerenti con gli obiettivi del piano ma soprattutto riuscire a utilizzare tutti i fondi stanziati entro la scadenza del giugno 2026. Il commissario all’economia Paolo Gentiloni, a proposito del pagamento della terza rata degli esborsi ha parlato di «ritardi tecnici» aggiungendo che «c’è una buona collaborazione delle autorità italiane, si sta lavorando bene e alcuni aspetti vanno ultimati». Ma il problema non è tanto la terza rata, quanto le modifiche del Pnrr e quindi le rate successive.
«Non mi concentrerei troppo sui ritardi tecnici nell’erogazione della terza rata sui quali stiamo lavorando per risolvere le questioni rapidamente, la sfida per un piano nella dimensione di quello italiano è quello della revisione, dell’aggiornamento del piano che giustamente il governo vuole modificare, spero di poterlo discutere insieme al più presto perché si tratta di un appuntamento importante – ha aggiunto Gentiloni – .La Commissione è prontissima, flessibile, non aspetta altro di mettersi a lavorare con le autorità italiane in questa prospettiva».
A complicare ulteriormente le cose è il fatto che ci sono Comuni in cui ci sono almeno 30 appalti per dipendente, come ha spiegato Federico Fubini sul Corriere della Sera, pubblicando i dati, elaborati dal professor Carlo Altomonte, economista dell’Università Bocconi e dal capoeconomista di Cassa depositi e prestiti Andrea Montanino, che li hanno ricavati da OpenCup, la banca dati sui «Codici Unici di Progetto» che contiene tutti i piani con relativi enti attuatori e importi. E gli uffici comunali sono intasati da quasi 80 mila mini appalti che valgono meno di 70 mila euro. Questa polverizzazione ingolfa la macchina burocratica, ma non porta vantaggi significativi al Paese. Lo riporta il Corriere della Sera
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