Rimandare è ormai impossibile e la svolta è urgente perché dopo zero vittorie e il penultimo posto in classica, la decima giornata per la Fiorentina ha già il sapore del “dentro o fuori” e serve la miglior versione di una squadra che ancora è sempre stata sotto livello, sia come gruppo che come singoli. Soltanto De Gea è rimasto sul rendimento della passata stagione, mentre gli altri sono sotto le aspettative.
Gli uomini di maggior qualità sono chiamati allo scatto per uscire da una crisi profonda, perfino difficile da spiegare. Nicolò Fagioli ha il talento per prendere in mano il centrocampo e dare una svolta. Ha sofferto il ruolo di play perché la sua comfort zone è da mezzala, ma ora serve un segnale di forza se vuole diventare decisivo e riprendersi il posto da titolarissimo. Era considerato un intoccabile, mentre adesso deve lottare sempre per un posto e accadrà anche in vista del Lecce, squadra contro cui ha fra l’altro segnato la sua prima rete in Serie A nell’ottobre del 2022 con la casacca della Juventus. Dall’inizio della stagione con Pioli è stato impiegato dal primo minuto per quattro volte, in tre occasioni è subentrato e in due è rimasto a sedere per gli interi 90 minuti.
Il suo alleato può essere Nicolussi Caviglia che gioca play e lo libera nel ruolo di mezzala. Fra gli acquisti estivi, l’ex Venezia è il più continuo con 5 partite consecutive da titolare, prima della panchina a Milano. Domani tornerà dal primo minuto e anche lui può crescere soprattutto a livello di personalità cosi come può migliorare in fase di non possesso. In laguna era un leader, a Firenze ha le qualità per imporsi e incidere di più negli ultimi 30 metri. Dopo le risposte iniziali incoraggianti, è il momento di uno scatto in avanti. Gli altri nuovi hanno inciso meno sull’ossatura dello scorso anno, compreso Fazzini che ultimamente è stato utilizzato con il contagocce e con l’Inter, da subentrato, ha sbagliato impatto sulla gara. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
