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Labaro viola: il mondo viola minuto per minuto
Dal furto scudetto dell’82 alla finale del 90. Ecco com’è nata la rivalità tra Fiorentina e Juventus

Rassegna Stampa

Dal furto scudetto dell’82 alla finale del 90. Ecco com’è nata la rivalità tra Fiorentina e Juventus

Redazione

1 Dicembre · 11:15

Aggiornamento: 1 Dicembre 2018 · 11:15

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Novanta come gli anni da quel titolone sui giornali toscani per lavare la prima onta sull’Arno: Firenze, un… dici nulla? Era il 1928,un’unica Divisione Nazionale con due gironi da 16 squadre: la Figc ne ripescò alcune non all’altezza come quella Fiorentina imbottita di dilettanti.

Il 7 ottobre 1928 ne prese 11 a Torino da una Signora senza cuore e apriti cielo: ecco il casus belli, da allora Fiorentina­Juve è molto più che pallone. Novanta anni sono volati via tra sfottò e qualche tensione inopportuna.

Secondo episodio, seconda goleada, che fa giurisprudenza: il 22 febbraio 1953 i bianconeri rifilano un 8­0 alla Fiorentina in nove per gli infortuni. Non c’erano i cambi, non c’è mai pietà in Madama. Nel 1957, l’anno dopo lo scudetto viola, si rischia davvero la tragedia: Virgili segna il gol vittoria e la pressione dei tifosi fa crollare la ringhiera della Maratona. Un centinaio di feriti, gara interrotta e poi conclusa.

Ma sono gli anni Ottanta a ridefinire la geografia della sfida, spartiacque è lo scudetto ‘82: Juve e Fiorentina in testa a pari punti, nell’ultima giornata a Cagliari ai viola annullano un gol di Ciccio Graziani, a Catanzaro lo juventino Liam Brady segna il rigore della seconda stella. A contorno dichiarazioni distensive: «Ho visto Boniperti mangiare noccioline in tribuna, sembrava un mafioso americano», dice il viola Franco Zeffirelli. Il conte Pontello, presidente della Fiorentina, dà del «metalmeccanico» all’Avvocato Agnelli.

Si getta sale sulla ferita a maggio ‘90, finale Uefa: 3­1 per la Juve all’andata, 0­0 al ritorno. Il giorno dopo Baggio viene ceduto alla Juve e in piazza Savonarola siriversano masse inferocite. Perfortuna, i danni sono limitati: qualche contuso e tanta paura.

Negli ultimi anni non mancano i dispettucci sul mercato (Berbatov, Jovetic) e anche in campo (punizione europea di Pirlo, tris di Pepito Rossi e gol al veleno di Bernardeschi l’anno passato).

La Gazzetta dello Sport

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