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Cutrone e un digiuno che non digerisce. Prima del Milan parlava da solo per caricarsi

Firenze, stadio Artemio Franchi, 08.02.2020, Fiorentina-Atalanta, Foto Fiorenzo Sernacchioli. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Cutrone e un digiuno che non digerisce. Prima del Milan parlava da solo per caricarsi

Redazione

27 Febbraio · 14:22

Aggiornamento: 27 Febbraio 2020 · 14:22

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Non lo ammetterà mai, ma quella cessione dopo una vita passata nelle giovanili del Milan gli ha fatto male. Molto male. Ma Patrick Cutrone è fatto così. Poche parole, e tanti fatti. Per questo, nella settimana che portava alla sfida con i rossoneri, non ha alzato alcuna polemica. Anzi.

Solo parole. «Li ringrazierò sempre perché mi hanno fatto diventare un calciatore», o robe del genere. Dentro, però, covava una rabbia feroce. Un ardore che, e torniamo al punto di partenza, non vedeva l’ora di sfogare sul campo. Bastava guardarlo negli occhi. Seduto in panchina, nell’intervallo, o durante il riscaldamento.

Chi si trovava vicino a lui in quegli istanti parla di un giocatore in trance. Qualcuno, addirittura, giura di averlo sentito parlare da solo, per caricarsi. Poi, Beppe Iachini, lo ha chiamato. «Bomber, ci sei?», gli ha chiesto il mister. Domanda lecita, e risposta scontata. Il resto è storia.

L’ingresso a cento all’ora, il rigore procurato, la voglia di batterlo. «Se non la mettevi, mi inc…!», ha detto poi a Pulgar. Ci teneva, a segnare. E non ha fatto niente per nasconderlo. Un comportamento (più che legittimo) che, nonostante ha affermato che non avrebbe esultato in caso di gol, gli è costato il vile attacco di qualche leone da tastiera di fede rossonera che, sui social, lo ha ricoperto con i peggiori insulti possibili.

«Al peggio non c’è limite…sono senza parole», harisposto lui. Ora però, è tutto passato. Ora, nella testa di Patrick, c’è solo la partita con l’Udinese. Una sfida che, stavolta si, potrebbe vederlo in campo dal primo minuto.

Nella logica dell’alternanza con Vlahovic infatti, Iachini starebbe seriamente pensando di concedergli una nuova opportunità. Non gioca titolare dall’8 febbraio, Patrick,giorno di Fiorentina-Atalanta e, in quel caso, uscì dopo soli 45’. Anche perché, in queste settimane, l’ex Milan ha dovuto fare i conti con un fastidioso problema alla caviglia. Un guaio superato, adesso, e messo alle spalle.

Dal centro sportivo infatti giurano che in questi giorni si stia allenando come mai prima, determinato a far di tutto pur di riprendersi quella maglia da centravanti che, ultimamente, è finita sempre sulle spalle del suo amico Vlahovic. C’è concorrenza, tra i due, ma il rapporto personale è stato ottimo fin da subito. Sabato, come detto, potrebbe (ri)scoccare l’ora di Cutrone. L’obiettivo, è semplice. Tornare a segnare. Dopo la rete all’Atalanta in coppa Italia infatti, Patrick si è bloccato e, in campionato, è ancora a caccia del primo sigillo in maglia viola. Un gol che, in Serie A, gli manca addirittura dal 2 dicembre del 2018.

Sabato, saranno passati 454 giorni da quel Milan-Parma. Un digiuno lungo. Troppo, per uno come lui, abituato fin da bambino a buttarla dentro con la regolarità dei grandi.

Corriere fiorentino

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