Niente viene lasciato al caso pur di ripartire. Nessuna ipotesi viene scartata. Neppure quella di trasferire le squadre delle regioni dove il contagio non sarà azzerato (nel momento in cui la A potrà ripartire) a giocare lontano da casa. Non ci sarebbero svantaggi legati al pubblico amico perché si riprenderà ovunque a porte chiuse. In compenso però i calciatori di quella o quelle formazioni potrebbero stare isolati in vere e proprie “safe zone”. Per quanto si può stare isolati di fronte a un nemico subdolo come il coronavirus.
Il tema del taglio e del congelamento degli stipendi è quello più sotto la luce dei riflettori, ma la questione dei calendari non è secondaria e anzi oggi sarà il piatto forte del meeting organizzato dalla Uefa con le 55 federazioni del Vecchio Continente. Saranno illustrate le tre ipotesi di calendario: la più ottimistica, ovvero ripartenza a metà maggio, quella più realistica (via a fine maggio-inizio giugno) e quella più pessimistica (entro la fine di giugno). Ogni strategia comporta delle scelte, ma è chiaro che più si va in là e più sarà necessario tagliare qualcosa. Di cosa parliamo? Prima saranno sacrificate le coppe nazionali (Coppa Italia, FA Cup, Coppa del Re, Coppa di Francia…) per le quali trovare inizialmente una finestra non sarà facile (magari con il passare delle settimane si potrebbero aprire degli spiragli), ma occhio anche ai format delle coppe europee, per ora intoccabili, ma in realtà da accorciare se tutti tornassero in campo nella parte finale di giugno.
In via Rosellini sono stati analizzati con attenzione gli scenari presentati dall’Einaudi Institute for Economics and Finance (Eief), un centro ricerca universitaria indipendente che ha analizzato i numeri dell’andamento del Covid-19 regione per regione. Cosa è stato evidenziato? Che tra la metà della prima e la fine della seconda settimana di maggio in quasi tutte le regioni d’Italia i tamponi negativi potranno arrivare a zero. Certo, ci saranno regioni più avanti (il Trentino-Alto Adige potrebbe essere la prima a toccare quota zero, il 6 aprile, seguita il 7 dalla Basilicata, l’8 dalla Valle d’Aosta e il 9 dalla Puglia), ma poi toccherà anche alle altre: il Veneto potrebbe festeggiare il 14, il Lazio il 16, la Lombardia il 22, l’Emilia Romagna il 28, la Toscana il 5 maggio. Entro il 16 maggio in 16 delle 20 regioni le nuove diagnosi di Covid-19 si azzereranno. Resterebbero i malati da guarire… Più lungo il decorso in Marche, Molise, Sardegna e Campania. Almeno questo dicono ora i dati. Ecco perché per qualche club potrebbe rendersi necessario allenarsi e giocare in regioni a contagio zero. Ma tutto dipenderà da quando si inizierà. Impossibile dire ora chi eventualmente dovrà emigrare in ritiro e dove. Un mossa volta a tutelare la salute dei calciatori delle singole squadre e degli avversari che altrimenti sarebbero chiamati ad andare in una regione… ancora a rischio.
Lo riporta Il Corriere dello Sport.