Ci ha messo oltre un’ora la Fiorentina per rompere il muro gallese e risolvere un debutto in Conference che, contro ogni pronostico, era diventato piuttosto complicato. Il gol stappa-partita di Adli è arrivato dopo il triplo cambio di Palladino che neanche dieci minuti prima aveva dovuto chiedere aiuto a Kean, Gudmundsson e Dodò. Pezzi da novanta di cui, evidentemente, è difficile fare a meno anche contro una squadra che — dati alla mano — sul mercato vale poco più della Primavera viola. Il gioco infatti ancora non c’è, tanto che anche ieri di fischi al Franchi se ne sono sentiti parecchi.
Il 4-2-3-1 è stata la scelta iniziale di Palladino, con Biraghi difensore centrale per una notte accanto al debuttante argentino Moreno (fin troppo ruvido ma comunque positivo) e dieci uomini diversi (unica conferma Kouame) rispetto alla partita contro l’Empoli. I Saints, schierati praticamente senza attaccanti da Harrison, formano una specie di «Linea Maginot» davanti al loro portiere, in un assetto tattico un po’ vintage che però produce i suoi frutti. Lo riporta il Corriere Fiorentino.
Palladino: “Contento della squadra, nel primo tempo troppa foga. Ho brutte sensazioni su Mandragora”