Venti maggio 2001, la Lazio gioca a Firenze in campo neutro la partita con l’Udinese, è ancora campione d’Italia e ha appena ceduto due suoi gioielli alla Fiorentina: il trentaduenne Sinisa Mihailovic e il ventitreenne Dejan Stankovic, uno dei più forti centrocampisti europei del momento.
Peccato che la società viola quei due ottimi rinforzi non se li possa proprio permettere- ma ancora non lo sapeva nessuno – perché le magagne di Cecchi Gori sono nascoste più o meno a tutti: un’enorme montagna di polvere nascosta sotto il tappeto di bilanci diciamo..un po’ allegri.
A fine partita il giovane Stankovic viene raggiunto negli spogliatoi, tenta un dribbling verso il pullman laziale e alla fine cede all’insistenza dei cronisti. Prima glissa un po’, vorrebbe parlare della gara appena conclusa e poi ammette di essere «a conoscenza dell’interessamento fiorentino» e parte in quarta con lodi sperticate verso l’ex compagno Roberto Mancini, chiamato da quattro mesi al capezzale gigliato dopo le dimissioni di massa di Terim e dello staff tecnico, Antognoni compreso. Per capire come mai l’ambizioso ragazzo serbo abbia accettato la Fiorentina bisogna partire proprio dall’attuale tecnico della Nazionale, che anticipa quello che sarebbe successo qualche anno dopo con Prandelli e Frey prima e Gilardino più tardi.
Un mese più tardi alla gara contro l’Udinese, Deian arriva a Firenze insieme al barese Andersson per le visite mediche e può parlare lIberamente: «Sono qui per giocare, basta panchina e basta tribuna».
La Fiorentina ha appena vinto la Coppa Italia, Rui Costa è il capitano e l’accoppiata fa sognare i tifosi, anche se la ferita dell’addio di Batistuta è ancora tutta da cicatrizzare.
Pochi giorni dopo cominciano a piovere guai ed è un diluvio che costringe ad un repentino cambio di rotta che poi porterà al doloroso fallimento del 2002. Nuovo cambio di dirigenza e annullamento di tutti i contratti, compreso quello di Stankovic, il più grande rimpianto nei vent’anni successivi, come dimostrato dalla straordinaria carriera dell’attuale tecnico della Sampdoria. Non proprio un ex, ma quasi. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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