15 Ottobre 2025 · Ultimo aggiornamento: 15:56

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Corriere dello Sport: “Pioli si affida a De Gea, Gosens e Dzeko: i ‘senatori’ devono indicare la strada”

Firenze, Stadio Franchi, 21.09.2025, Fiorentina-Como, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Corriere dello Sport: “Pioli si affida a De Gea, Gosens e Dzeko: i ‘senatori’ devono indicare la strada”

Redazione

15 Ottobre · 09:18

Aggiornamento: 15 Ottobre 2025 · 09:18

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La fragilità dimostrata ad avere lasciato il segno in negativo, perché inattesa

David De Gea oltre 700 partite, Gosens quasi 450, Dzeko a un passo dalle 1.000 (sì, mille, non è un errore) nel lungo cammino dallo Zeljeznicar di Sarajevo a Firenze con la Nazionale compresa. Tre non a caso, tre che rappresentano il “Senato” della Fiorentina per dire che questo non è il momento di guardare chi ha giocato tanto o poco, chi ha corrisposto alle aspettative e chi no. Questo è il momento che ognuno al Viola Park e dentro la squadra di Pioli faccia la parte che gli appartiene e, a maggior ragione quei calciatori che hanno un bagaglio tale di esperienze e di situazioni belle e brutte nella loro ultra-decennale carriera e spesso ricca di onori, da avere quasi l’obbligo di indicare la strada al gruppo per uscire da una situazione preoccupante. Più a livello psicologico-mentale che di classifica, sebbene siano i tre punti in sei partite e il quart’ultimo posto a provocare dolore agli occhi e al cuore dei tifosi.

Però, è la fragilità dimostrata ad avere lasciato il segno in negativo, specie perché inattesa. La Fiorentina non ha saputo imporsi contro avversari che le rendevano qualcosa a livello tecnico e qualitativo, oppure ha subìto gioco e situazioni contro avversari ugualmente forti o anche più forti, sempre pagando dazio sotto il profilo della personalità e dell’identità. Proprio ciò che non avresti mai detto da una squadra che ha De Gea, Gosens e Dzeko, ma anche Pongracic, Dodo, Mandragora, Gudmundsson e Kean: perché non è solo una questione di età o di partite disputate. Quando le cose vanno male, come male stanno andando in campionato, è necessario il contributo di tutti, ma di qualcuno di più e allora il portiere spagnolo, l’estero tedesco e l’attaccante bosniaco possono diventare i punti di riferimento indispensabili per la risalita, sostenendo i giovani e incentivando chi non riesce a dare quello che vorrebbe dare. Nello spogliatoio, in campo, fuori dal campo: il presupposto che trova quasi tutti d’accordo e pochissimi in disaccordo, è che la Fiorentina, questa Fiorentina, non vale i tre punti in classifica e lo zero alla voce vittorie dopo sei giornate, quindi è soprattutto una questione di sbloccare il meccanismo.

De Gea, Gosens e Dzeko (ma anche Pongracic, Dodo, Mandragora, Gudmundsson e Kean va ribadito), per motivi e percorsi differenti, chissà quanti momenti delicati in quelle duemila e più gare hanno vissuto, affrontato e risolto. Che li riguardassero individualmente o fossero legati al rendimento di squadra poco cambia: sanno come ci si comporta in frangenti del genere. Su di loro (anche su di loro), Stefano Pioli fa affidamento per consentire al gruppo di recuperare intanto autostima e consapevolezza nei propri mezzi, due caratteristiche che sembrano smarrite e sono alla base dei cattivi risultati insieme ai difetti evidenti nel gioco: e nessuno più di chi ha esperienza e attitudine può essere d’aiuto ad un allenatore per ritrovare la fiducia che non c’è. È il momento giusto per i senatori di Pioli di prendersi la scena, di ricordare e condividere i periodi complicati e le soluzioni per cancellarli: Perché tutti al Viola Park non aspettano altro che di uscirne. Lo riporta il Corriere dello Sport.

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