
Per parlare dello scorso Atalanta – Fiorentina, abbiamo contattato in Esclusiva Clara Mondonico, figlia di Emiliano. Ha ereditato la passione per il calcio dal ‘Papo’, come lo chiama affettuosamente: “Amo vedere tutte le partite, anche di serie C. Pensate che ho sofferto in agosto col campionato fermo..” racconta divertita.

Ci ha metaforicamente aperto le porte di casa Mondonico, da mamma Carla alla sorella Francesca. Passando per i due nipoti, Lorenzo di 18 anni e Gaia di 8: “Lei è tifosissima viola, nel giorno dell’ultimo saluto al nonno calzava delle scarpine viola, con al petto una spilla col giglio. Con loro sfoglieremo il libro dei ricordi, con sullo sfondo le sensazioni sulla recente sfida del Gewiss Stadium.
Buongiorno Clara, hai visto la partita domenica? Che impressione ti ha fatto la Fiorentina?
“Sono enormemente delusa, mi dispiace per i tifosi viola che debbano assistere a partite come quella di ieri. L’Atalanta al momento era oggettivamente superiore ma i viola non me li immagino al quart’ultimo posto. Da fuori penso che ci siano dei problemi nello spogliatoio, i ragazzi sembrano tesi ed impauriti. Sono altresì sicura che Prandelli sappia uscire da questa situazione, il babbo tifa anche per lui”.

Prandelli era grande amico di tuo babbo. Che ricordi hai di lui?
“Cesare è un fratellino per mio padre. Hanno giocato insieme nella Cremonese quattro anni (dal 74′ al 78′ ndr..) e altre tre stagioni fra Primavera e prima squadra. Ne nacque un’amicizia molto radicata ed affettuosa, tanto che gli ultimi anni si sono scambiati reciprochi favori gastronomici (Emiliano produceva salame, Cesare olio ndr..). Passammo anche alcune estati assieme alle famiglie quando io e mia sorella eravamo bambine. Quando l’anno passato gli feci gli auguri, lui mi rispose ricambiando con una foto in cui ero piccolina in braccio a lui al mare. Si sono voluti molto bene, pensa che quando mio padre ci ha lasciato rientrò dall’estero, restando tre giorni qua da noi fino al giorno delle esequie. È davvero uno di famiglia per noi.
Quando ho saputo del suo ritorno alla Fiorentina gli ho scritto un sms dicendoli: ‘Cesare è l’occasione che volevi, ora tocca fare sul serio. In bocca al lupo’.

Tifoso e poi allenatore come vivesti il periodo di tuo padre a Firenze?
“Certamente, quando gli arrivò la proposta che mi chiamò dicendo: ‘Bimba vieni a casa, devi prepararmi la valigia, domani vado a firmare per la Fiorentina..’. Quando arrivai a casa aveva gli occhi lucidi. Fu il coronamento ad una carriera. Dodici mesi bellissimi, la società di allora gli chiese un miracolo, portare in serie A una squadra in grave difficoltà. Dopo il primo pareggio fu una cavalcata esaltante, fino allo spareggio col Perugia. Quella sera il Franchì traboccava di tifosi viola, una tensione devastante. Poi l’esplosione al fischio finale, Riganò che lo strattona per farlo rimanere a festeggiare la sua promozione in campo. Alla fine rimase, ma lui era un tipo che la pensava cosi: ‘Nelle sconfitte la colpa me la prendo io, nelle vittorie lascio i complimenti ai ragazzi’.

Fu tutto bello in viola. Firmò in bianco il rinnovo di contratto in A, perchè era già un onore sedersi su quella panchina. Un signore si rivelò anche qualche mese dopo, quando diede le dimissioni dato che i risultati erano sì altalenanti ma principalmente non volle sentirsi un peso per la sua gente di Firenze che tanto amava”.
Cosa è stato Bergamo per voi?
“Anche qui tante emozioni, ho vissuto con lui la cavalcata in Coppa delle Coppe fino alla semifinale col Malines. Quel gruppo fantastico, con Stromberg, Caniggia ed Evair. A Zingonia ero di casa, mio padre mi portava agli allenamenti e diventai subito la mascotte della squadra”.
Marco Collini
LEGGI ANCHE: PRANDELLI, VEDREMO UNA FIORENTINA DIVERSA, I VECCHI..
Prandelli: “Vedremo Fiorentina diversa, i leader hanno parlato nello spogliatoio”