La rubrica “Che fine ha fatto?” torna con un ospite d’eccezione. Oggi, infatti, non trattiamo la storia di una vecchia gloria viola o di una meteora transitata fugacemente da Firenze. L’argomento del giorno è invece di stretta attualità e porta il nome di Abdou Diakhate.
Senegalese, nato a Dakar il 31 dicembre 1998, entra a far parte del settore giovanile della Fiorentina nel 2014 e, nel corso degli anni, non ha perso occasione per mettere in mostra tutte le sue qualità. I numeri, del resto, parlano per lui: poiché, nelle 132 uscite con la maglia della Primavera viola (molte delle quali con la fascia da capitano al braccio), ha messo a segno quasi 40 reti e sfornato numerosi assist per i compagni.
Quello del senegalese, però, è diventato un vero e proprio caso, poiché del centrocampista non si hanno tracce dallo scorso 9 maggio: giorno in cui è sceso in campo per l’ultima volta con la formazione Primavera. Dalla finale scudetto persa contro l’Inter, infatti, il giovane classe ’98 sembra essere completamente sparito dai radar. Non si è visto nel ritiro di Moena, assieme alla prima squadra, e nemmeno nelle prime uscite della compagine guidata da Emiliano Bigica.
E allora è più che lecito chiedersi che fine abbia fatto Abdou Diakhate? La motivazione ufficiale è quella di un infortuno, il cui decorso – tuttavia – sembra essere piuttosto lungo.
Dunque, cosa sta impedendo ad una delle pianticelle più promettenti del vivaio viola di sbocciare definitivamente? Da un lato c’è chi parla di incomprensioni che lo avrebbero portato ai margini della prima squadra – prima ancora di entrare a farne parte in pianta stabile – già dai tempi di Paulo Sousa, mentre dall’altro c’è chi lo vorrebbe lontano da Firenze… Con il suo procuratore – Gabriele Savino – da tempo al lavoro al fine di trovargli una sistemazione.
In mezzo c’è un contratto, che scadrà al termine della stagione in corso, sul quale si renderà necessaria più di un’analisi. Attendere il pieno recupero di un giocatore che, fra gli addetti ai lavori, viene definito come uno degli astri nascenti del calcio europeo o privarsi anzitempo di quello che – ad oggi – pare più un talento inespresso che una promessa in attesa di consacrazione? Considerazioni sulle quali la società e lo staff tecnico saranno chiamati a ragionare.
Riflessioni che, inevitabilmente, toccheranno anche un ragazzo per il quale, a quasi 20 anni, è arrivato il tempo di dimostrare il suo reale valore…
Gianmarco Biagioni, Matteo Fabiani