Della battuta si incarica però Cristiano Biraghi. Non impeccabile, spesso in affanno nel confronto con un brutto cliente come il Papu Gomez ma uno che, comunque, di calci piazzati se ne intende… E che, soprattutto, non perde occasione per dimostrarlo. La traiettoria, infatti, è perfetta: un sinistro potente e preciso che scavalca la barriera e si dirige verso l’angolo alla sinistra di Gollini. L’estremo difensore atalantino ci prova, ma la conclusione è troppo violenta per essere respinta.

L’arbitro, dopo un attimo di esitazione, convalida con l’ausilio della Goal Line Technology. Tifosi in delirio, Pioli alza le braccia al cielo tirando un lunghissimo sospiro di sollievo, la sofferenza è finita ed ora è solo festa grande.

Una gioia nella quale il terzino viola, non troppo avvezzo al gol, non si dimentica di un compagno speciale: ossia del capitano Davide Astori. Biraghi infatti, nel turbine di emozioni che attraversa il “Franchi”, volge lo sguardo al cielo e, con le mani, indica il numero 13. Il numero di Davide, del capitano. Il numero del compagno di reparto che, l’anno scorso, gli servì l’assist decisivo per il suo primo gol in maglia viola. Il numero di quell’uomo precocemente strappato alla vita, che niente e nessuno potrà però mai strappare all’affetto di chi gli ha voluto bene.

Gianmarco Biagioni