L’esperienza di Danilo Cataldi alla Fiorentina è durata appena una stagione, ma è bastata per lasciare un segno profondo. Arrivato in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio col beneplacito di Palladino, il centrocampista romano cresciuto nel club biancoceleste ha vestito la maglia viola nel campionato 2024/25, collezionando 34 presenze tra Serie A e coppe con 3 gol, ma soprattutto garantendo equilibrio, personalità e qualità nella gestione del gioco. A fine stagione, la società ha deciso di non esercitare il diritto di riscatto, permettendo a Cataldi di tornare alla Lazio, dove continua a essere un punto di riferimento. Proprio nell’ultima gara contro il Torino, ha segnato su rigore oltre il 100° minuto fissando il 3-3 finale, un’ulteriore dimostrazione del suo valore nei momenti chiave.
Durante la pausa nazionali, l’ex numero 32 ha scelto di tornare a Firenze con la famiglia, per riabbracciare la città che l’ha accolto e che, a suo modo, ha lasciato un segno nel suo percorso professionale e umano.
Un gesto simbolico, che risuona ancora più forte considerando le difficoltà del centrocampo viola in questa prima parte di stagione: i suoi sostituti tra cui Fagioli e il nuovo arrivato Sohm, non sono riusciti a replicare né la personalità né l’impatto garantiti da Cataldi. Il reparto appare spesso fragile, scollegato e povero di idee, con prestazioni al di sotto delle attese e numeri che certificano una chiara involuzione. Il ritorno di Cataldi a Firenze, anche solo da visitatore, ha dunque il sapore dolceamaro del rimpianto: per quello che è stato, e forse per quello che avrebbe ancora potuto essere.