
Nel corriere dello sport oggi in edicola troviamo una lunga intervista a Cristiano Biraghi, ecco un altro estratto:
Bel motto. Le servirà per gestire meglio la concorrenza nel suo ruolo?
«Quella è sempre utile. Tutti devono dimostrare di saper far bene per alzare il livello, anche se si torna al discorso di prima».
Quale?
«Appena uno gioca al mio posto e fa bene, c’è chi lo vuole titolare. Per me però parlano i fatti: ogni anno dovevo essere fatto fuori e ogni anno ho giocato 35 partite».
Sabato torna a San Siro: quella con l’Inter per lei resta una gara più speciale di altre?
«Non può non esserlo. Specie in quello stadio là, dove sono cresciuto da tifoso e da giocatore. Poi in campo non ci penserò: sarà mio compito far vincere la Fiorentina».
Ha vissuto male il suo mancato riscatto dell’Inter nel 2020?
«Non ho rimpianti. Dovevo essere acquistato ma a causa del Covid furono bloccati i conti in Cina di Zhang e il club decise di prendere a zero Kolarov e Darmian. Sono tornato a Firenze con ancora più fame».
Quella che vi è mancata nel ko per 4-3 dell’andata?
«No, era solo una Fiorentina diversa. Impulsiva e focosa. Prendere quattro gol in casa non esiste. Adesso siamo maturi anche se sappiamo che quella di sabato sarà una gara complicata».
Dopo l’Inter, torneranno le coppe. I capitani della storia viola che hanno alzato un trofeo non sono molti…
«È vero e un po’ ci penso. Ma non amo sognare, piuttosto guardo la realtà. Siamo in corsa per due coppe e la possibilità di vincere c’è ma la strada è ancora lunga».
Ma l’idea di una Firenze in festa che carica le dà?
«Portare un trofeo qua sarebbe fantastico. Ogni giorno lottiamo per far felice la gente che da 22 anni non vince qualcosa. Che poi il trofeo lo alzi io o un altro poco importa. Basta farlo».
Può essere l’elemento decisivo per permetterle di chiudere la carriera a Firenze?
«Spero di giocare ancora per sei anni e non si sa mai cosa potrà accadere ma una cosa è certa: da qui non me ne vorrei mai andare e mi piacerebbe finire in viola».
Davanti a lei ha un giornale, il nostro, che parla di una Fiorentina che traslocherà per due anni dal Franchi: se lo immagina?
«Sarebbe penalizzante per noi, non prendiamoci in giro. Il mio pensiero va ai tifosi e alle spese che dovrebbero sostenere. Mi auguro che in caso di cambio di stadio la squadra possa giocare il più vicino possibile a Firenze».
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