L’occasione della carriera avrebbe preferito averla in altro modo. Perché se c’è un compagno più rammaricato degli altri per il grave infortunio occorso a Dodo, quello è senz’altro Michael Kayode. Il giovane esterno destro stava assorbendo dal brasiliano ogni tipo di consiglio ed indicazione. Una sorta di ‘tutor’ fondamentale nella crescita dell’ex terzino della Primavera. Già dalla scorsa stagione (più o meno intorno alla sosta per il Mondiale) Dodo lo ha preso a benvolere. Se oggi Italiano e la squadra si fidano completamente di Kayo (come viene chiamato in gruppo) parte del merito è anche del collega brasiliano. Che per diversi mesi potrà sostenere e consigliare il compagno solo fuori dal campo. Kayode in questi giorni ha metabolizzato la situazione. Sa bene di essere diventato di colpo il titolare.
Da giovane emergente a pedina inamovibile il passo non è di poco conto. Eppure il ragazzo è ben centrato sul momento. Italiano e lo staff ci lavorano costantemente, con l’input di non sovraccaricarlo di responsabilità e pressioni. Bruciarlo per l’emergenza non si può, sarebbe un peccato mortale. Il tecnico parte con il vantaggio di averlo già inserito. A Genova, fra la sorpresa generale. Poi a Genk in una gara per niente facile. E contro l’Udinese, in un altro contesto scorbutico.
Risultati buoni, la fiducia per l’immediato futuro è ben riposta. Italiano studierà senz’altro delle alternative (difficile pensare che le possa giocare tutte dall’inizio alla fine), ma domani allo ‘Stirpe’ ci sarà ancora una volta lui a presidiare la fascia destra. Gioiello da maneggiare con cura. E possibilmente blindare. In questi giorni la Fiorentina si sta dedicando ai rinnovi dei contratti. Il suo scade nel 2025 (c’è un’opzione per un ulteriore anno). La trattativa per adeguare l’accordo e portarlo al 2028 è già avviata. Un passo alla volta, senza fretta. Anche perché Kayo di tappe ne ha già bruciate abbastanza nelle ultime settimane. Lo scrive La Nazione
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