Salire sul carro dei vincitori è fin troppo facile, forse quasi facile come Babacar, ieri sera, ha fatto apparire un preciso destro a giro sul secondo palo di fronte al quale anche un gigante di 193 centimetri si è fatto piccolo piccolo.
Si, perché Baba contro l’Inter, complice l’assenza di Nikola Kalinic, si è finalmente preso la scena ed è definitivamente uscito dall’ombra, da quel limbo nel quale aveva assunto le sembianze dell’eterna promessa mai mantenuta alla quale forse, e con troppa fretta, tutti quanti ci eravamo ormai abituati.
Invece non è andata affatto così ed i segnali del cambiamento in atto si erano già visti da molto prima del pirotecnico 5-4 del “Franchi”. Infatti il senegalese, prima della prova di grande qualità e quantità sfoderata nella serata di ieri, in questa stagione aveva già messo a segno 13 reti, equamente distribuite fra campionato (9) ed Europa League (4), per la precisione una ogni 111′.
Ancora più importante è sottolineare come il numero 30 sia diventato il vero uomo della provvidenza poiché i suoi gol, già un’enormità rispetto al minutaggio concessogli da Paulo Sousa, sono risultati quasi sempre determinanti ai fini della conquista dei tre punti.
Forse Babacar non sarà un re Mida ma di certo non è nemmeno un attaccante lento, macchinoso ed impacciato come spesso è stato definito ed etichettato. Di conseguenza il suo nome, nelle accesse discussioni su chi sarà il centravanti del futuro (anche in vista di un ipotetico addio del 9 titolare), potrebbe e dovrebbe essere tenuto in maggior considerazione.
Gianmarco Biagioni