Come scrive la Gazzetta dello Sport questa mattina, Veljko Paunovic, a lungo allenatore delle giovanili serbe, in stagione sulla panchina del Reading, oggi racconta Vlahovic e Milenkovic: «Sono come yin e yang, diversissimi per caratteristiche ma legatissimi, due pilastri del calcio serbo. L’amicizia è la colla che li tiene insieme». La promessa Paunovic non lo dice ma la Serbia è ai Mondiali anche per una promessa che Vlahovic ha fatto a Milenkovic.
Nel 2018 lo vide tornare deluso dal Mondiale russo-Serbia eliminata nel gruppo con Brasile e Svizzera -e assicurò: tra quattro anni, ci torneremo insieme. Fatto. Ecco perché per Vlahovic sarà strano giocare tra Igor e Milenkovic, come faceva in allenamento, e sarà strano essere marcato dal suo ex compagno di camera. Covid e mercato Vlahovic chiama Milenkovic “fratello maggiore” e si capisce, sapendo che Nikola, nei primi mesi di Dusan alla Fiorentina, andava a vederlo giocare in Primavera.
Due serbi a Firenze, facevano assieme gli esercizi di coppia in allenamento e si confrontavano in molte scelte di calcio e di vita. Nel 2020, in pieno lockdown, decisero di rispondere alla convocazione della nazionale nonostante il divieto della Asl, che non la prese benissimo. Loro due insieme, nel bene e nel male.
Due pronostici Vlahovic non può dirlo ma probabilmente ci spera. All’andata nel riscaldamento ha sfidato tutto il Franchi, che lo fischiava. Dusan fingeva di calciare in porta e si fermava all’improvviso, poi alzava la testa e guardava lo stadio come per dire: «Io non ho paura, e voi?». In partita, invece, pochi palloni giocabili e duello perso con l’amico Nikola. Per stasera, allora, ha senso fare due pronostici. Il primo: DV7 avrà qualche pallone giocabile in più, anche se la Juve aspetterà volentieri la Fiorentina, forte del vantaggio. Il secondo: in caso di gol, Dusan non sembra il tipo da evitare l’esultanza.
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