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Abodi: “Non capisco tutta questa agitazione per i controlli finanziari. Il problema della CoViSoc è non essere terza”

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Abodi: “Non capisco tutta questa agitazione per i controlli finanziari. Il problema della CoViSoc è non essere terza”

Redazione

6 Maggio · 11:01

Aggiornamento: 6 Maggio 2024 · 11:12

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Questa mattina è intervenuto ai microfoni di Radio Anch'io Lo Sport il Ministro Andrea Abodi, per parlare della bozza del decreto legge

Questa mattina, il Ministro dello Sport, Andrea Abodi, è stato ospite su Radio Anch’io Lo Sport, affrontando anche il tema della proposta di decreto legge per istituire un’agenzia governativa per i controlli finanziari delle squadre dei nostri campionati, in sostituzione dell’attuale CoViSoc.

DECRETO SPORT – “La bozza contiene tanti altri articoli ed è il primo decreto dopo vent’anni dedicato esclusivamente allo sport – dice Abodi -. Ha caratteri d’urgenza. Sul tema ho visto tanta agitazione e anche alcune inesattezze. Per certi versi avrei voluto lo stesso fermento anche quando sono stati stralciati debiti fiscali di squadre di B e C per oltre 100 milioni solo negli ultimi due anni. I controlli non hanno consentito di allertare alcune situazioni critiche. E’ stata fatta uscire questa bozza indebitamente e si è data una lettura non definitiva a un testo che non è definitivo”.

AGITAZIONE PER? – “Mi domando come mai questa agitazione per una cosa come i controlli finanziari che dovrebbero essere fatti bene, in modo indipendente e terzo. Nulla viene toccato riguardo ai criteri o all’attribuzione delle licenze, vorrei sapere dov’è l’attentato”.

COVISOC NON INDIPENDENTE – “Il problema non è perché Covisoc non sia autorevole, ma perché non è terzo. E’ dentro il perimetro federale. E’ un tema di cui stiamo parlando”.

SOLO DUE MILIONI E MEZZO – “Due milioni e mezzo per quest’agenzia, in un mondo che muove diversi miliardi sono un investimento in terzietà di cui hanno bisogno tutti i club che rispettano le regole e che chiedano un’equa competizione. Ci si è soffermati su dei dettagli perdendo di vista l’obiettivo”.

NON C’E’ FRETTA – “Il testo non sarebbe andato in questo Consiglio dei ministri perché va integrato, non stravolto, ma arricchito di contenuti perché con il confronto si arriva a una decisione condivisa. Io ritengo indispensabile che il sistema faccia un passo avanti. I soldi che il calcio dà all’erario sono in gran parte quelli dei tifosi che si abbonano e per rispetto a loro va resa terza questa fase sui controlli economico-finanziari”.

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