Ennesima vittoria per la Juventus che si porta momentaneamente a +18 sul Napoli. Partita dalle due facce con un ottimo Empoli fino al 45′. Ottime le prestazioni di Traorè e di Dragowski, giocatori viola nell’undici titolare dell’Empoli.
LE FORMAZIONI – Ci sarebbe Dybala nella Juventus, ma mai condizionale è utilizzato in maniera più felice perché l’argentino si fa male nell’allenamento, Allegri cambia modulo spostando avanti Bentancur ma più con un 4-4-2 che non con il 4-3-3. Per il resto formazione tipo, al netto dell’infortunio di Cristiano Ronaldo. Difesa a tre invece per l’Empoli di Andreazzoli, con Krunic che funge da tramite tra il centrocampo e l’attacco, formato da Caputo e Farias.
EMPOLI PADRONE – L’inizio che non ti aspetti, visto che i toscani prendono spazio e campo, con il duo in avanti che riesce spesso a dialogare con Krunic. Ne esce una bella partita, propositiva, per gli azzurri, con Krunic che va due volte a un passo dal gol con due tiri da fuori, mentre Farias si fa stoppare dopo aver saltato il diretto avversario. La Juventus invece agisce di rimessa, con Matuidi che prova a tagliare la difesa con gli inserimenti: il primo pallone giocabile per Mandzukic, quindi, arriva al trentesimo, con Dragowski che, con qualche brivido, riesce a salvare la porta. Il primo tempo è tutto qui per la Juventus, bersagliata dai fischi quando l’arbitro manda tutti negli spogliatoi.
CAMBIA L’ATTEGGIAMENTO – Nella seconda frazione la Juve entra con un altro piglio, perché Bernardeschi va subito vicino al gol con un rasoterra – spedito in angolo da Dragowski – ma al quinto minuto scheggia la traversa con una volée su cross dalla sinistra, da ottima posizione, scontrandosi con Dell’Orco. Poi, su sponda di Mandzukic, spara un missile verso l’incrocio, leggermente alto.
SEMPRE MOISE KEAN – Gol in Nazionale, reti all’Empoli, ci pensa ancora lui a riempire il buco lasciato dagli altri. Senza Cristiano Ronaldo e Dybala, l’attaccante italiano sfrutta un’altra bella sponda di Mandzukic, sempre intelligente quando deve usare la testa, e manda all’angolino, impossibile da prendere per Dragowski. L’uno a zero viene firmato così, con il rischio del raddoppio poco dopo, quando il polacco ha la meglio sia su di lui che su Mandzukic. Doppia parata che mantiene viva la fiammella della speranza.
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