Il Milan prima, l’Inter poi. Le due milanesi prese letteralmente a pallonate dalla Fiorentina, al Franchi, a stretto giro di posta. Eppure, al termine del tempo regolamentare, due frustranti pareggi per 1-1 e 4 punti meritati tutta la vita che sfumano. Perché il difetto di questa Fiorentina che finalmente sembra aver trovato un gioco e meccanismi che funzionano a meraviglia, consentendo di schiacciare anche chi ha spesso 2mila volte più di te, sta tutto qua: mancanza di cinismo. La viola costruisce cattedrali gotiche di gioco, affastella occasioni, infila gli avversari negli ultimi 16 metri…ma poi ci vogliono dieci occasioni a partita per fare un gol. La faccia di Simeone dopo la gara contro il Milan (in foto, ndr), tappezzata di rabbia e sconforto, spiegava molto di questa situazione.
Capitalizzare la mole di gioco offensivo prodotto, dunque: deve essere questo il mantra che Stefano Pioli inculcherà nelle menti dei giocatori. I margini di crescita ci sono, certo, ma il treno per l’Europa League, di sconti agli errori di gioventù, non ne farà.
Paolo Lazzari