Un passo alla volta. Anzi due. Ieri mattina prima di partire per la Germania, la dirigenza della Fiorentina ne ha compiuto uno promuovendo, come era prevedibile, Roberto Goretti. Nel pomeriggio, invece, via call, come piace oggi, proprio in conseguenza di ciò, ecco l’altro decisivo passo con l’accelerazione per l’allenatore che dovrà prendere il posto di Stefano Pioli, esonerato martedì mattina. La scelta, ormai sembrano non esserci più dubbi, è caduta su Paolo Vanoli che fino alla scorsa stagione ha guidato il Torino.
Come accadde la scorsa estate con la decisione ferma di prendere Pioli, sottoponendogli un ricco contratto triennale, anche qui, dopo una tentazione iniziale per Roberto D’Aversa, caldeggiata forse la settimana precedente dallo stesso Daniele Pradè, allontanatosi dal club sabato mattina, l’uomo sui cui puntare per il rilancio, ma soprattutto la salvezza, della Fiorentina è il cinquantatreenne allenatore di Varese.
Che piace per la grinta, per i metodi di lavori ereditati da Antonio Conte con il quale ha collaborato, per la carica che riesce a trasmettere. Uno tosto, un martello si direbbe pensando all’attuale tecnico del Napoli. Ora si misurerà nuovamente anche in Europa anche se in questi giorni andranno sistemate alcune questioni di burocratiche. Per questo è persino possibile che vada in panchina dopo la sosta contro la Juventus, lasciando a Daniele Galloppa il compito anche nella sfida con la terzultima della classe, il Genoa, alle prese pure lui con il cambio della guida tecnica. Lo scrive La Gazzetta dello Sport.
