Non era certo quella con l’Inter la partita giusta per immaginare una svolta. Eppure, per un’ora, la Fiorentina aveva accarezzato l’idea di portare a casa un punto prezioso, difendendo con ordine e cercando di congelare un pareggio che sarebbe valso oro. Ma quando Chalanoglu e Sucic hanno finalmente sfondato il muro gigliato — nonostante un super De Gea — la gara ha preso la piega peggiore, lasciando i viola in una classifica da incubo e con tante riflessioni urgenti da fare.
Così apre La Nazione nelle sue pagine sportive, analizzando le scelte di Pioli: un centrocampo più fisico con Sohm, Mandragora e Ndour davanti alla difesa, e Gudmundsson incaricato di limitare Chalanoglu. L’Inter tiene da subito il controllo del gioco, ma nel primo tempo la Fiorentina regge con ordine, concedendo la prima vera occasione solo al 25’. De Gea si supera su Bastoni e poi compie un autentico miracolo su Dimarco.
Si va al riposo sullo 0-0, con la sensazione però che nella ripresa i nerazzurri avrebbero alzato i ritmi per cercare il colpo vincente.E così accade. Nei primi quindici minuti del secondo tempo l’Inter assedia l’area viola, ma De Gea tiene in piedi i suoi con altri due interventi prodigiosi. Al 66’, però, Chalanoglu rompe l’equilibrio con una conclusione da fuori area; cinque minuti più tardi Sucic firma il raddoppio. Nel finale, il fallo di Viti su Bonny regala a Chalanoglu il rigore del 3-0 e la doppietta personale. Dal settore ospiti arrivano cori di protesta: i tifosi chiedono ai giocatori di onorare la maglia. L’incubo continua. E domenica al Franchi arriva il Lecce.
