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De Gea: “Ho desiderato la Serie A. Arabia? Guadagni, ma rinunci ad ambizione e competitività”

Firenze, Stadio Artemio Franchi, 08.05.2025, Fiorentina-Betis, foto Lisa Guglielmi. Copyright Labaroviola.com

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De Gea: “Ho desiderato la Serie A. Arabia? Guadagni, ma rinunci ad ambizione e competitività”

Redazione

17 Ottobre · 14:06

Aggiornamento: 17 Ottobre 2025 · 14:06

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"L'anno sabbatico mi ha insegnato che si può stare benissimo anche senza calcio"

Il portiere della Fiorentina David De Gea ha rilasciato un’intervista a So Foot Arena in merito alla sua carriera sportiva e sulla sua esperienza con i viola. Ecco le sue parole.

David De Gea e il suo amore per Firenze

“Mi sono trovato bene a Firenze fin dal primo giorno, lavorare al Viola Park è qualcosa di impressionante e ha fatto la differenza nelle mie scelte. Inoltre mi trovo benissimo con tutti, siamo come una famiglia dai compagni di squadra allo lo staff, dai medici ai fisioterapisti e tutti gli altri. E poi ci sono i tifosi: quando giochiamo in casa, adoro sentire la curva cantare. E poi Firenze, una città piena di storia che la gente viene a visitare da tutto il mondo. Vivere qui è un privilegio, è una città piccola ma dal clima molto piacevole e dal cibo eccellente. Tutto ciò ha contribuito alla mia decisione di rimanere per altri tre anni, con l’ambizione di vincere un trofeo“.

Dove tutto è iniziato…

“Quando mi allenavo da solo sentivo di essere pronto per tornare a giocare, di essere ancora forte e competitivo. Volevo andare in un buon campionato, quindi non fuori dall’Europa dove – con tutto il rispetto – il livello è molto più basso. Queste cose non fanno per me. Desideravo venire in Italia per assaporare la Serie A e, non appena ho saputo dell’interesse della Fiorentina, tutto è stato deciso molto rapidamente”.

Perché no l’Arabia?

“Ognuno nella vita fa le sue scelte. Il discorso dell’Arabia è complicato: chiunque, se gli venisse offerto un lavoro dove guadagnare dieci volte di più, accetterebbe. Ma da calciatore, personalmente, non mi piace. Credo che guadagniamo già abbastanza e non ci sia bisogno di andare a prendere i milioni dell’Arabia, rinunciando all’ambizione e alla competitività. Preferisco di gran lunga i campionati dove c’è un livello alto, tifosi caldi, stadi pieni. Ma ognuno fa le sue scelte”.

L’anno sabbatico di David De Gea

“Quello che ho imparato è che si può stare benissimo anche senza calcio. Anzi, direi che è stato uno degli anni migliori della mia vita a livello personale. Ho trascorso molto più tempi con i miei cari e con persone che non vedevo da tanto tempo, a causa degli impegni da calciatore a Manchester. All’inizio è stato strano rimanere a casa anziché andare ad allenarmi, e in effetti il gruppo mi è mancato un po’. Ma stare a casa con la mia famiglia non ha prezzo”

Prosegue:
“Ho avuto il tempo per riflettere su tutto, soprattutto su quanto sia difficile rimanere in un club (il Manchester United, ndr) per così tanti anni. Giocare, giocare a ancora giocare… mentalmente è molto dura. L’anno di stacco è stato benefico, mi ha permesso di pensare a me stesso e liberarmi di pressioni e preoccupazioni. E soprattutto mi ha permesso di tornare con ancora più voglia e motivazione”.

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