Nell’edizione odierna del Corriere dello Sport, è presente un’analisi sulla Fiorentina di Alberto Polverosi: “L’anno scorso la parola-chiave della Fiorentina era “ambizione”. Voleva dire tutto e niente. Non è stato tutto, ma nemmeno niente (65 punti). Quest’anno è “vincere”. Vincere qualcosa. Traducendo il pradeiano significa conquistare un trofeo. Ora, pur senza mettere limiti alla Provvidenza viola, è consigliabile togliere lo scudetto dalla lista dei possibili obiettivi.
Restano Coppa Italia, Conference League e possiamo metterci un posto in Champions, che non è una coppa ma vale tanto. Negli anni di Vincenzo Italiano, la Fiorentina è stata vicinissima ai primi due i trofei. Due volte in finale di Conference, una volta in Coppa Italia, a cui si aggiungono una semifinale sempre di Conference con Palladino e una semifinale di Supercoppa con Italiano. Tante finali, ma la bacheca di Commisso resta deserta, così come era rimasta alla fine quella dei Della Valle.
Il mercato, secondo i dirigenti viola, si è chiuso con un disavanzo di 60 milioni e contemporaneamente il monte ingaggi è cresciuto. Allo stesso modo è cresciuta l’ambizione che, da termine piuttosto aleatorio, ha preso forma e sostanza e si è trasformato in “vincere qualcosa”. Pioli è sintonizzato sulla stessa linea, il giorno della presentazione ha fatto la battuta (scherzosa? mah) su Allegri che non aveva inserito la Fiorentina nella lotta per la Champions («Ho appeso il giornale con le sue parole nello spogliatoio»). Allenatore e direttore sportivo hanno deciso di rischiare davvero: se i viola non alzeranno un trofeo, se non riusciranno a entrare in Champions, si potrà parlare di delusione, di forte delusione. Sabato sera al Franchi giocheranno i campioni d’Italia, la Fiorentina riparte da lì con la sua nuova parola d’ordine: vincere qualcosa”.