In questo avvio di stagione la Fiorentina ha trovato come unica certezza la difesa a tre, scelta ribadita da Pioli a prescindere dalla competizione o dall’avversario. Dal centrocampo in avanti, però, le soluzioni sono rimaste fluide: il tecnico ha alternato il 3-4-1-2 al 3-4-2-1 e al 3-5-1-1, segno di una ricerca ancora in corso della formula ideale. In questo contesto, Jacopo Fazzini è emerso come uno dei giocatori più adattabili e preziosi per il tecnico, capace di inserirsi con efficacia in diversi schemi tattici.
La sua prestazione contro il Polissya ne è stata l’esempio lampante: schierato trequartista in un 3-4-2-1, ha saputo distinguersi con un’iniziativa personale lunga cinquanta metri, culminata in un palo che ha negato un gol spettacolare. Un’azione che ha messo in evidenza le qualità tipiche della mezzala moderna: tempi giusti, tecnica, corsa e capacità d’inserimento. Anche quando la disposizione offensiva è cambiata, Fazzini ha mantenuto un ruolo centrale, dimostrando di saper interpretare con duttilità compiti diversi tra costruzione e rifinitura.
Il ritorno in Conference League ha quindi rafforzato la percezione del giovane centrocampista come risorsa strategica e non semplice alternativa. L’ex Empoli mezzala nel 3-5-1-1 o trequartista in coppia nel 3-4-2-1 soprattutto, ma anche da solo nel 3-4-1-2, dove lo metti sta. Si sapeva, la Fiorentina lo sapeva che l’ha preso per questo, ma le conferme vanno e fanno sempre bene. Per Pioli questa versatilità diventa ancora più preziosa in vista delle scelte future, soprattutto dopo il recente infortunio di Gudmundsson. Non solo vice, dunque, ma giocatore in grado di offrire soluzioni multiple: un segnale incoraggiante per la crescita della Fiorentina. Lo scrive il Corriere dello Sport.
