Nella scorsa stagione Marin Pongracic è stato tra i migliori difensori centrali del campionato per dribbling riusciti (0.59 ogni 90 minuti) e passaggi completati (89.2%) e la percentuale resta altissima anche in quelli a una distanza superiore ai 25 metri (72.6%), senza dimenticare in tutto ciò la struttura fisica e le qualità nei duelli aerei vinti (69.4%) sul totale. Nel passaggio dal Lecce alla Fiorentina è salito da 1.68 a 2.76 tocchi a partita nell’ultimo terzo di campo, registrando 1.26 alla voce «progressive carrier», situazioni di possesso in cui il giocatore porta avanti il pallone attraverso il campo per rompere le linee avversarie e creare un’opportunità offensiva.
Tutte doti che sembrano sposarsi alla perfezione con l’idea di gioco fin qui portata avanti da Stefano Pioli e che il croato sarà chiamato a ottimizzare: per questo sono apparsi decisamente significativi i 153 minuti (da titolare) distribuiti tra Old Trafford e il City Ground di Nottingham nelle due amichevoli di maggior rilevanza dell’intera estate. L’auspicio della nuova stagione è che, a 28 anni, il croato possa aver messo alle spalle una certa fragilità fisica.
La Fiorentina in questo mese abbondante di lavoro confida di aver trovato tanto il leader di una linea difensiva completata da Comuzzo (per il quale però continuano ad arrivare offerte di mercato dall’estero e dall’Italia) e Ranieri quanto la fonte di gioco per dare il via alla manovra dal basso con qualità. Tutti elementi che conducono verso una chiara e convinta responsabilizzazione per Pongracic, chiamato ora, dopo un inizio da enigma, a trasformarsi in uno dei punti esclamativi della nuova Fiorentina. Lo scrive il Corriere Fiorentino.