Che volete che sia, abbiamo perso una partita. Così come abbiamo pareggiato quella precedente.
La gara non poteva che avere questo epilogo, viste le premesse.
A metà settimana l’estraneo Sandro Mencucci aveva dichiarato a 7GOLD: “Sulla carta contro il Chievo non dovrebbe esserci partita, ma va affrontato nel modo giusto”.
Ecco, a questo punto andrebbe chiesto all’estraneo Mencucci, all’estraneo Cognigni, al divertente Andrea Della Valle e al totalmente estraneo Diego Della Valle il motivo per il quale contro il Chievo non dovrebbe esserci partita.
A livello di allenatori c’è partita eccome, visto che Maran è un tecnico molto capace mentre Pioli, sebbene goda della mia stima, ha oramai mostrato pregi e difetti da un pezzo ed è in fase calante (ultime due esperienze, due brutti esoneri).
A livello di rosa c’è partita eccome, visto che il Chievo da anni fa una squadra con pochissimo esborso di denaro, ha i conti totalmente a posto e non sborsa alla fine di ogni stagione una quindicina di milioni, si salva con tranquillità e regolarità e ogni pochino fa uscire fuori giovani interessanti mixandoli a “vecchietti” di esperienza che portano punti e concretezza.
Se proprio dobbiamo trovare un ambito dove col Chievo non c’è proprio partita è quello del “progetto”, parola tanto cara agli estranei vertici societari.
Il Chievo ha un progetto chiarissimo e lo porta avanti da anni, mentre noi non solo non ne abbiamo alcuno. Abbiamo ridotto il valore della nostra rosa all’osso nel giro di pochi mesi, ci ritroviamo con un sacco di giocatori pagati tanto di scarsissima qualità, ci ritroviamo con dei dirigenti completamente inadeguati e ci siamo già “bruciati” anche la carta Antognoni.
Sì, purtroppo, anche Antognoni è una scommessa già persa. Già alla prima giornata creò una polemica gigantesca (e ridicola oltre che assurda) per l’arbitraggio di Inter-Fiorentina, una gara che avremmo perso anche se ad arbitrare ci fosse stata la buon’anima di Mario Ciuffi. E tutti sappiamo come i vertici federali siano più che sensibili a certe diatribe, vedi Fiorentina-Atalanta.
Inoltre chiunque di noi lo avrebbe voluto in campo e con potere decisionale in ambito di mercato. A giugno è stato sbandierato il suo nuovo ruolo da “club manager” con compiti anche di consulenza “nel comparto sportivo”, ma qualcuno gli ha mai chiesto se ha avallato gli acquisti di Biraghi, Gaspar, Vitor Hugo, Eysseric e altri? È orribile vedere la nostra bandiera, il giocatore simbolo di tutta la nostra storia, in una posizione così ambigua che lo ha portato recentemente anche ad andare contro i suoi stessi tifosi.
E tra un’intervista di Cognigni che ci dice che “loro ci mettono il cuore” e una di un dirigente qualsiasi che smentisce regolarmente ogni idea di vendita si tira avanti con la totale assenza di Corvino dalla ribalta.
Ma non temete.
Se per caso inanelliamo una serie di 2 vittorie di fila (3 mi pare francamente impossibile) lo rivedrete ai microfoni con la pancia piena e la mente sgombra. Probabilmente anche troppo sgombra.
Dario “Ghebbe”