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Juventus – Fiorentina non sarà mai una partita come le altre. Tutte le tappe della rivalità fra viola e bianconeri

Fiorentina-Juventus,stadio astemio franchi, 15.01.2017, Foto Fiorenzo Sernacchioli, copyright Labaroviola.com

Rassegna Stampa

Juventus – Fiorentina non sarà mai una partita come le altre. Tutte le tappe della rivalità fra viola e bianconeri

Redazione

19 Settembre · 12:42

Aggiornamento: 19 Settembre 2017 · 12:42

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Rivalità, polemiche, scintille a non finire. Sono elementi che non mancano mai quando Juventus e Fiorentinasi trovano di fronte. Il risultato è quasi sempre lo stesso: novanta minuti di fuoco, tra gesti tecnici mozzafiato, rimonte impensabili ed esultanze sfrenate.

Tutto è iniziato con il famoso scudetto del 1982, quello conteso punto su punto e contestato per anni, in un climax di rivalità che si è arricchito anno dopo anno di fotogrammi memorabili. Il primo, nel 1990, con la finale di Coppa Uefa, finita in bacheca dei bianconeri, non senza recriminazioni e polemiche. Poi tutta la vicenda Baggio: lo “scippo” di mercato, il gran rifiuto dal dischetto, la sciarpa viola raccolta e stretta al petto, nonostante la maglia bianconera addosso. E come dimenticare l’esterno volante di Del Piero, nel dicembre del ’94: all’intervallo la Viola è avanti 2-0, con il Delle Alpi piombato nello sconforto. La rimonta però è clamorosa: doppietta di Vialli in quattro minuti e invenzione del 10 bianconero allo scadere. Pallone spiovente e capolavoro balistico, per quello che resterà uno dei gol più belli di tutta la carriera di Alex. Quattro anni dopo, Fiorentina-Juve si gioca di nuovo a dicembre, con i viola capoclassifica che ospitano la squadra di Lippi. Finisce 1-0: gol indimenticabile di Batistuta che sguscia alle spalle di Tudor, stacca da terra e schiaccia in rete.

A Torino la Fiorentina fa storicamente fatica. L’ultima gioia in campionato risale a nove anni fa: Gobbi citofona una volta, Sissoko e Camoranesi rispondono per le rime. Poi Papa Waigo manda in buca, pur scivolando al momento del tiro. Estasi finale per la squadra di Prandelli: al terzo minuto di extra time arriva il gol da Champions di Osvaldo con tanto di mitragliata in stile Bati. E proprio quel gesto – cinque anni dopo – diventa simbolo della discordia. Siamo a marzo 2013,a Firenze: la Signora ha piena convinzione dei propri mezzi e scende in campo come volesse “divorarsi” la Fiorentina. Una fame che si tramuta in gol, due: segnati da Tevez e Pogba e festeggiati mimando la storica esultanza di Bati. Partita chiusa? Macché. Sul secondo tempo si potrebbe scrivere un intero romanzo: i bianconeri peccano di tracotanza, i viola sputano fuori l’orgoglio e reagiscono in maniera pazzesca. Triplo Rossi e Joaquin mandano in visibilio il Franchi, risultato finale 4-2. Ennesimo ribaltone di una sfida che si protrae puntata dopo puntata.

Ma non è finita. Fiorentina-Juve è anche sinonimo di sfottò e goliardia. Quando i bianconeri giocano a Firenze, l’accoglienza è sempre frizzante. Come nel 2012: i tifosi si presentano al Franchi con parrucche viola in testa. L’obiettivo? Ironizzare sulla pettinatura di Conte. Ma la prestazione in campo è imbarazzante: la Juve s’impone 5-0, il risultato più pesante degli ultimi 50 anni. Anche mercoledì sera si preannuncia un clima infuocato. Higuain, che ha segnato il suo primo gol juventino proprio alla Fiorentina, cerca il riscatto dopo un digiuno di due gare. Mentre Bernardeschi, alla prima da ex dopo l’addio tra le polemiche, reclama una maglia da titolare. Dall’altra parte c’è Chiesa che traina una Fiorentina giovane ma sfrontata che vuole misurare la sua crescita. Tante incognite e un’unica certezza: Juve-Viola non sarà mai un incrocio banale.

 

La Gazzetta dello Sport

 

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