Palladino, che sembrava arroccato sulle sue idee di gioco, ha saputo cambiare invece al momento giusto e nel modo giusto. Sistema di gioco, ruoli ad hoc, verticalizzazioni e meno possesso, in un repertorio che sta facendo un percorso preciso.
E le risposte sono state le migliori, se non conferme piene: una squadra che non deve essere per forza B per dare lustro alla A. Dieci punti in quattro gare fanno da corollario alle due vittorie in Conference, i 14 gol realizzati sono un buon segno. Il quotidiano spiega che la vera rivoluzione è avvenuta nella gara con la Lazio: sotto di un gol, Palladino ha tolto un centrale per mettere un attaccante e svoltare al 4-2-3-1.
Una metamorfosi che ha iniziato a completarsi anche grazie a Bove, eclettico e quasi telecomandato. Da lì la difesa a quattro ha preso forza, Comuzzo-Ranieri sono una coppia felice, il centrocampo Cataldi-Adli funziona a meraviglia, Colpani si è finalmente sbloccato, Gudmundsson si è ritrovato. Sembra impossibile che l’intervallo di quella partita abbia portato a tutto questo, ma tant’è. Lo scrive il Corriere dello Sport.