Per capire quanto sia stata complicata la prima stagione di Fabiano Parisi in viola, basta dare uno sguardo al minutaggio. Esattamente la metà di Cristiano Biraghi, titolare della fascia sinistra e capitano della Fiorentina. Eppure, la scorsa estate, le sensazioni erano ben altre: arrivato per dieci milioni di euro più bonus dall’Empoli, giovane di prospettiva, convocato dall’allora ct Roberto Mancini nel novembre del 2022 per due amichevoli e in precedenza appartenente al gruppo dell’U21 azzurro. Un investimento mirato, col quale la dirigenza viola aveva anticipato anche la concorrenza con l’obiettivo di creare un’alternanza strategica sul settore di sinistra.
Eppure, al di là di una discreta continuità nella prima parte di stagione che è culminata con l’adattamento sulla destra dopo gli infortuni di Dodò e Kayode (con risultati non esaltanti), Parisi ha progressivamente abbassato presenze e minutaggio. In panchina nelle ultime due gare di campionato, fuori dalla semifinale di ritorno di Coppa Italia contro l’Atalanta, soltanto otto minuti in totale nelle ultime sette gare di Conference League dagli ottavi alla finale di Atene. Qualcosa, insomma, non ha funzionato come programmato. Questione di caratteristiche, con Vincenzo Italiano che preferiva Biraghi in entrambe le fasi.
Il nuovo tecnico viola alterna due schieramenti difensivi: uno a quattro e uno a tre, con alcune modifiche lungo tutto l’assetto tattico. Parisi, gamba e tecnica, potrebbe trovarsi a suo agio soprattutto come esterno alto a sinistra. Largo più a centrocampo che in difesa, con compiti però anche di ripiegamento in fase di transizione negativa. Liberandolo dal contenimento puro, e da tutto quello che ne consegue, il 23 enne potrebbe svoltare in termini di rendimento e di crescita personale. Lo riporta Repubblica.
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