Un esterno (Brekalo) che se n’è andato a gennaio, uno che non è arrivato sempre dal mercato invernale, uno (Kouame) che è tornato dalla Coppa d’Africa positivo al test della malaria e quindi prolungherà forzatamente per un altro tot di tempo l’assenza che dura ormai da due mesi (29 dicembre l’ultima partita giocata dall’ivoriano): un problema per Vincenzo Italiano, un problema per il suo 4-2-3-1. Il tecnico ha solo Gonzalez, Ikoné e Sottil sempre e comunque per i due posti da assegnare e allora fare di necessità virtù cambiando modulo facendo a meno degli esterni offensivi.
Un modo che l’allenatore siciliano sta prendendo in considerazione è quello che porta alla difesa a tre: perfetto per trasformare anche la fisionomia dell’attacco, a sua volta alla ricerca di soluzioni nuove per aumentare il peso realizzativo. Tre centrali (Quarta, Milenkovic, Ranieri) com’è stato contro il Bologna nei quarti di finale di Coppa Italia nell’unica occasione dal primo minuto, due mediani, due laterali che sono i terzini che avanzano il raggio d’azione di qualche metro, poi Beltran trequartista (ruolo ritagliato su misura da un po’ per esaltarne le qualità) e soprattutto Gonzalez seconda punta in appoggio a Belotti per avvicinare Nico alla porta avversaria. Un 3-4-1-2 lineare e compatto che darebbe una Fiorentina differente nell’immagine, ma non nella sostanza e nei contenuti, e per certi versi il più indicato per abbinare le due esigenze. Lo scrive il Corriere dello Sport.
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