Un tuffo a bomba nella realtà, dopo l’illusione di Genova. Questo è stata, per la Fiorentina, la serata di Vienna. Una sconfitta pesante, che costringerà i viola a vincere con due gol di scarto la sfida di ritorno se vorrà prendersi i gironi di Conference. Altroché finale insomma. Molto meglio tornare immediatamente con i piedi per terra, pensare partita per partita, senza esaltarsi dopo una vittoria o deprimersi per un (seppur brutto) passo falso. E pensare che Italiano, convinto da quanto visto a Marassi, aveva deciso di «rompere» la sua personalissima legge del turnover.
E così, cosa quasi mai vista da quando guida la Fiorentina nel doppio impegno, il mister ha confermato praticamente in blocco la squadra che aveva battuto il Genoa. Un solo cambio e chissà, se Kayode non avesse accusato un attacco influenzale, magari si sarebbero visto esattamente gli stessi undici. Di certo (appunto) c’è che per il primo snodo della stagione il tecnico ha scelto la strada della continuità. Del resto tra infortuni veri e assenze «di mercato» (come li chiamerebbe Rudi Garcia) in realtà non è che al momento abbia tantissime alternative e, dovendo scegliere, ha preferito rimandare alla gara col Lecce le possibili rotazioni. Lo scrive il Corriere Fiorentino.
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