Di Gabriele Caldieron
Che Cesare Prandelli sia un uomo ben voluto a Firenze è fuori discussione. Lo dimostrano i tanti attestati di stima che il tecnico di Orzinuovi ha potuto constatare anno dopo anno vivendo tra le mura della città. E’ una storia d’amore che oggi rivedrà il secondo matrimonio, e non è assolutamente possibile cancellare i momenti dove la tifoseria si strinse a Cesare (perché tutti lo hanno sempre chiamato per nome di battesimo, come un amico) quando perse la sua amata Manuela. Le notti di Anfield, una Fiorentina operaia ma maledettamente concreta e quella cena con la dirigenza bianconera è stata soffocata dall’affetto.
UN AMARCORD RISCHIOSO – Ovviamente nel calcio parlano sempre i risultati, e questo Prandelli lo sa bene. Contratto fino a giugno che nel calcio moderno è tutto tranne un dettaglio da sottovalutare: la squadra sa già che a fine campionato non avrà questa guida tecnica (a meno di clamorose sorprese) e la giurisdizione autorevole dell’allenatore potrebbe venire meno. Venire meno come l’affetto e la stima per Prandelli se la squadra dovesse andare male, non ce lo auguriamo ovviamente, ma sono aspetti purtroppo da considerare: non vorremmo mai sciupare i bei ricordi del primo ciclo…
CAPITOLO MODULO, TORNERA’ LA DIFESA A QUATTRO – Indubbiamente la critica smossa con maggior vigore verso Iachini era quella di ostinarsi su un 3-5-2 con Amrabat chiamato a fare il ruolo di regista che, obiettivamente, non rientra nelle sue caratteristiche tecniche. Nel primo ciclo Prandelli giocava o con il 4-3-3 o con un 4-2-3-1. Ed è una bella notizia, perché adesso, partendo dall’ultima esperienza in serie A con il Genoa, possiamo osservare che Prandelli ha giocato principalmente con un 4-4-2, nella fase di non possesso si trasformava in un 4-4-1-1 per coprire così quanto più campo possibile.
In questo modo l’obiettivo dell’ex allenatore della Nazionale italiana è quello di recuperare immediatamente palloni, gli avversari dunque sono costretti a forzare la difesa. La densità delle squadre di Prandelli in zona palla è veramente il punto di forza, la transizione difensiva è molto aggressiva. Per quanto riguarda la transizione offensiva invece le squadre guidate dal mister bresciano ricercano immediatamente la giocata verticale, giovando delle punte che attaccano la profondità. In fase di possesso invece, i centrali costruiscono, imbastiscono il gioco, si compone un 2-5-3, i terzini di conseguenza si alzano e danno ampiezza all’intera manovra. L’esterno di sinistra, in viola, sarebbe Biraghi (finora titolare) si allineerebbe agli attaccanti dando diverse soluzioni in attacco. Cesare ha lasciato la Toscana nel 2010, nei suoi anni in viola, ha principalmente messo in campo un 4-2-3-1, il quale si poteva trasformare in 4-3-3 quando serviva una maggior sostanza sul fronte offensivo.
LA NUOVA FIORENTINA – come potrebbe piazzarsi in campo la Fiorentina? Il modulo ideale potrebbe rivelarsi il 4-2-3-1 in base ai calciatori che ha a disposizione. Dragowski a difesa della porta viola, in difesa Lirola-Milenkovic-Pezzella-Biraghi, centrocampo a due con Pulgar (Duncan) e Amrabat. In avanti Callejon (Kouamé)-Castrovilli-Ribery a sostegno del centravanti, Vlahovic (Cutrone).
In bocca al lupo al nuovo mister, sperando che la Fiorentina possa raggiungere il sogno europeo… La coreografia “Let’s go viola” è un sogno da rispolverare, un amarcord, quello che vedremo in panchina da ora in poi: Cesare Prandelli.
Gazzetta, Prandelli in lacrime alla chiamata della Fiorentina. Il modulo? 4-3-3 o 4-2-3-1