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Non si chiama Traorè e non ha un fratello. Nei guai il centrocampista vicino alla Fiorentina

BRESCIA, ITALY - DECEMBER 18: Hamed Junior Traore of US Sassuolo celebrates after scoring the opening goal during the Serie A match between Brescia Calcio and US Sassuolo at Stadio Mario Rigamonti on December 18, 2019 in Brescia, Italy. (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

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Non si chiama Traorè e non ha un fratello. Nei guai il centrocampista vicino alla Fiorentina

Redazione

11 Luglio · 13:22

Aggiornamento: 11 Luglio 2020 · 13:22

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Come si legge nella versione online del quotidiano Repubblica, potrebbero passare dei guai seri i (presunti) fratelli Traoré, Hamed (20 anni del Sassuolo) e Amad Diallo (17 anni dell’Atalanta). Ricordiamo che il centrocampista adesso al Sassuolo era stato praticamente un nuovo giocatore della Fiorentina, con tanto di visite mediche e firma sul contratto. Un contratto di fatto mai depositato in Lega dall’allora direttore generale della Fiorentina Pantaleo Corvino.

Tutto inizia perché cinque ivoriani si sarebbero finti genitori di cinque giovanissimi calciatori (connazionali) per farli entrare in Italia, ottenere il permesso di soggiorno con la formula del ricongiungimento familiare e poi avviarli all’attività calcistica. Da qui sono scattate le perquisizioni della polizia di Parma: da quanto appreso, i cinque sono ritenuti, a vario titolo, responsabili dei reati di falso e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Le indagini erano partite nel 2017 quando il procuratore sportivo, Giovanni Damiano Drago, nell’ambito di un procedimento penale per reati simili con altri giovanissimi giocatori africani protagonisti, aveva parlato dei cinque calciatori ivoriani.

L’inchiesta è così andata avanti ed è emerso che un’indagata, dipendente dell’Atalanta, e l’allora marito, fondatore del club calcistico di Abidjan, avrebbero fatto entrare in Italia nel 2014, sempre attraverso un visto per ricongiungimento familiare, i presunti fratelli Traoré. Che non sono fratelli e che non si chiamano neanche Traorè.

Si arriva a ieri, quando la polizia ha sequestrato parte della falsa documentazione utilizzata per ottenere l’ingresso sul territorio nazionale: i ragazzi sono stati sentiti come persone informate sui fatti e, dalle loro dichiarazioni, è stato raccolto il definitivo riscontro all’ipotizzata falsità dei loro rispettivi rapporti di parentela con gli indagati. Estranee ai fatti i club dove attualmente militano i giocatori. I due (presunti) Traoré sono adesso a rischio squalifica sportiva.

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