Dalle critiche alla standing ovation: è cambiato il mondo per Riccardo Sottil che ieri è uscito al minuto sessanta tra gli applausi del pubblico fiorentino. Tutti in piedi sugli spalti per un tributo tanto lungo quanto importante. L’attaccante ha disputato una gara coi fi occhi, aprendo le marcature con un super gol al decimo minuto del primo tempo e replicando al cinquantanovesimo quando ha messo la firma sul 4-0 della Fiorentina. Non solo, c’è il suo zampino anche sulla rete di Amir Richardson (la prima in maglia viola): il pallone trasformato di testa dal marocchino arrivava da una punizione calciata al bacio dal classe 1999. Che ha esultato come se avesse segnato lui. In realtà i gol sono stati solo la ciliegina sulla torta, perché Sottil ha giocato una partita perfetta, fatta di sostanza e caparbietà. Oltreché velocità, la sua grande dote grazie alla quale ha fatto il bello e il cattivo tempo sulla fascia.
L’esterno torinese si è tolto qualche soddisfazione. Anche perché la sua avventura a Firenze non è sempre stata rose e fiori. Il figlio d’arte, un po’ per problemi fisici e un po’ per limiti caratteriali, ha faticato a esprimere le proprie qualità, finendo spesso al centro delle polemiche. Eppure certe prestazioni ne mettevano in luce il buon potenziale. Se la fortuna lo avesse accompagnato con maggiore continuità, Sottil sarebbe emerso molto prima.
Ricordiamo ad esempio il problema nella zona lombare che due anni fa richiese l’intervento, in quanto si rivelò un’ernia al disco. Una parabola che oggi si può definire ascendente, a giudicare dalle prestazioni finalmente convincenti. Tanto più il suo ruolo sostitutivo di Edoardo Bove adesso è fondamentale. A proposito: Bove è sotto osservazione all’ospedale di Careggi, dopo l’operazione attraverso la quale gli è stato impiantato il defibrillatore. Tra oggi e domani sarà dimesso.
Tornando a Sottil, il cambio di marca è legato anche ma inevitabilmente alla bravura dell’allenatore che ha saputo toccare le corde giuste. «Col mister abbiamo avuto una normale chiacchierata. Ma da quella chiacchierata c’è stata una svolta» ha confessato il giocatore alla vigilia del match. «Io amo giocare, vorrei sempre farlo. Quando giocavo meno soffrivo un po’, ma penso sia una cosa normale». La fiducia di Palladino (con cui l’attaccante condivide il procuratore, Giuseppe Riso) parte da lontano. In particolare dall’estate. Sì perché il tecnico viola aveva già manifestato a luglio la sua stima nei confronti di Sottil, tanto da impiegarlo quasi sempre in amichevole. Gli confidò subito che sarebbe stato parte integrante del suo progetto. Detto, fatto: il più bello inizia proprio adesso. Lo scrive il Corriere dello Sport
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