«Non è rigore e non è da VAR». L’opinione di Gianluca Rocchi serpeggiava già a caldo, domenica notte, dopo Milan-Fiorentina. E’ diventata più chiara, senza spostarsi, anche ieri, quando c’è stato il debriefing con la sua squadra. Sarà esplicitata oggi, quando nel primo pomeriggio DAZN rilascerà la puntata di Open VAR dove, al 99%, il designatore non potrà andare, visto che dopodomani sarà a Stamford Bridge per Chelsea-Ajax (visionerà come osservatore Uefa il tedesco Zwayer, auguri). Al suo posto dovrebbe andare il coordinatore arbitri-società, Andrea De Marco (eppure fino all’anno scorso, proprio per la delicatezza del ruolo, Pinzani fu sempre tenuto lontano dalle telecamere).
La sostanza, però, non cambia. «Non è rigore e non è da VAR». Tanto che sia l’arbitro Marinelli (che, forse per puro caso, aveva sorvolato inizialmente e sbaglia nel darlo dopo OFR) che il VAR Abisso (forse il più colpevole, non avrebbe dovuto richiamare il collega all’OFR) saranno fermati, anche se non ci sarà stangata. Sicuramente salteranno domenica prossima e molto probabilmente anche l’infrasettimanale 28-29-30 ottobre (chi rientra, al massimo lo fa in B), rientrando (magari a ruoli invertiti) nel week end successivo. Un solo turno sarebbe una presa in giro, anche per la società coinvolta, la Fiorentina, sentitasi giustamente penalizzata. Un errore grave, Rocchi ha preso posizione chiara. Il suo ragionamento è coerente: non vuole “rigorini”, vuole decisioni nette, «se è rigore è rigore, se non lo è non lo è», senza troppi giri di parole. Speriamo non ce ne siano oggi.
L’episodio è stato analizzato, ma già live domenica sera e l’attesa per l’OFR avevano messo il designatore in allert. Allo stadio era presente l’Organo Tecnico, Di Liberatore, uno dei suoi vice. Che ci sia un contatto fra la mano destra di Parisi e la parte sinistra della faccia di Gimenez (occhio, che poi, come leggete a fianco, il rossonero è stato curato dalla parte opposta, cosa che ha fatto infuriare gli arbitri) è indiscutibile, che quello sia fallo è tutta un’altra storia. «Mai fallo e mai da VAR» il mantra che deve essere tenuto presente. A maggior ragione dopo il precedente di Juve-Inter, che in quale maniera ha fatto giurisprudenza. Il gol decisivo di Adzic fu segnato dopo un contatto fra la mano destra di Khephren Thuram e la faccia di Bonny, che fu giudicata non punibile. Anche per questo motivo domenica sera, il direttore della Fiorentina, Pradè, è sbottato. Non possono esserci pesi diversi e indicazioni differenti per episodi simili.
«Non è rigore e non è da VAR» e questo verrà confermato oggi. Troppo decisivo l’errore ai fini del risultato e della rilevanza mediatica. Ma diventa anche una questione di coerenza tecnica. Dovesse, De Marco o chi per Rocchi, discostarsi dalla tesi maestra, scatenerebbe una serie di reazioni che potrebbero essere peggiori della toppa. Pensate all’Inter, che all’epoca del match contro i bianconeri accettò spiegazioni e decisioni. Sicuri che farebbe lo stesso se l’episodio di San Siro venisse qualificato come «roba di campo»? Lo scrive il Corriere dello Sport.