Oggi nelle pagine del Corriere dello Sport troviamo le parole di Alberto Polverosi: “È stato un derby vero, per l’agonismo, la tensione che si respirava in campo e fuori, e soprattutto per il modo in cui il Pisa ha affrontato una squadra teoricamente di livello superiore sul piano tecnico, anche se in pratica questa superiorità non si è vista. La Fiorentina continua a non vincere, tre punti in cinque partite e domenica, dopo il debutto di giovedì in Conference col Sigma Olomouc, al Franchi arriva la Roma, poi, dopo la sosta, la trasferta a San Siro col Milan. La classifica comincia a inquietare e anche se i viola non sono stati una pena come nelle gare precedenti, per la qualità delle occasioni (dai pisani: una traversa, un palo e un gol annullato dal Var per le folli regole moderne) hanno rischiato di perdere anche ieri.
Gilardino cercava il risultato pieno, Pioli tanto di più, cercava la squadra, il gioco e un gol, magari di Kean, ancora all’asciutto nonostante i due palloni messi in rete ma da posizione di fuorigioco. Nessuno dei due tecnici è stato accontentato, ma Gilardino può essere un po’ più soddisfatto del suo ex allenatore e ora collega. Rispetto al solito, i viola sono arrivati più spesso al tiro (15-11 al 90′), hanno costruito un paio di buone occasioni e se non altro hanno dimostrato di non voler soggiacere a una situazione che si sta facendo sempre più preoccupante. Lo dimostrano i cambi di Pioli cheha chiuso con tre centravanti uno accanto all’altro: Dzeko, Kean e Piccoli. La voglia c’è, manca tutto il resto, ed ancora è tanto.
Manca il gol di Kean. Un anno fa, dopo cinque partite ne aveva già segnati due. Sta facendo meglio Nzola che ha mostrato ai fiorentini una forma e una convinzione mai viste nella stagione in viola. E Gudmundsson quando si deciderà a puntare l’avversario? Non diciamo saltarlo, ma anche solo affrontarlo, metterlo in difficoltà, creargli un po’ d’ansia. L’islandese continua a giocare come se fosse un normale centrocampista, uno che porta su il pallone e poi lo tocca al compagno più vicino. Ma così non serve, così non gioca un 10, così non giocava nel Genoa”.