L’intervento di Emre Can su Conti probabilmente meritava il rigore e avrebbe potuto cambiare la storia di Juve-Milan. Ma il problema non è questo. O meglio, non è solo questo. Ce n’è uno perfino più grave, che riguarda l’impiego della Var da parte dei nostri arbitri: prima era un caso, ora sta diventando una vergogna.
Sì, perché di quel contatto in area si può pensare ciò che si vuole, e le opinioni possono essere discordanti (a noi pare falloso, ma ripetiamo: non è questo il punto fondamentale). Di sicuro Banti doveva assolutamente andare a rivedere l’intervento di Emre Can alla moviola, per sgombrare il campo da ogni equivoco e da ogni perplessità. Aveva il dovere di verificare per rassicurare se stesso, i giocatori in campo, la gente davanti alla tv.
Peraltro poco prima era stato richiamato dal Var Guida per analizzare alla moviolail brutto fallo di Kessie sullo stesso Emre Can, decidendo – a nostro avviso giustamente – di espellere l’ivoriano. Clamoroso anche il fuorigioco inesistente sbandierato a Cutrone nel primo tempo, quando ai guardalinee viene raccomandato di non segnalare gli offside se non quando sono evidentissimi (il Var vigila, in teoria); non è sembrato da rigore il mani di Zapata su cross da distanza ravvicinata di Ronaldo.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo: il calcio, a questi livelli e con questi interessi, vive anche sul buon senso di chi lo gestisce, arbitri compresi. E il buon senso imponeva al Var di richiamare Banti, e a quest’ultimo di presentarsi al monitor per rivedere l’intervento di Emre Can su Conti: in quella sede avrebbe preso la decisione con le immagini davanti, allontanando i dubbi.
Guida e Banti non l’hanno fatto, hanno sbagliato, hanno confermato la scarsa qualità della nostra classe arbitrale. E non ci possiamo nemmeno consolare pensando che, alla fine della stagione, il direttore di gara livornese smetterà di fare danni per raggiunti limiti di età. Chi rimarrà, a parte rari casi, non è meglio di lui.
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