Chiamatelo Pietro “il soldato”. Tanto timido e riservato nella vita privata quanto determinato, sicuro e imperforabile una volta entrato in campo. Venti anni da compiere tra due mesi, titolare ormai inamovibile nei due al centro della difesa della Fiorentina e convocato per la prima volta in Nazionale dal Ct Spalletti per gli impegni di Nations League contro Belgio (domani in trasferta) e Francia (domenica al Meazza). Quel sogno coltivato fin da bambino, è diventato realtà. Vestire l’azzurro, rappresentare l’Italia ai massimi livelli. Farlo dopo un inizio di stagione da protagonista, titolare un po’ a sorpresa ma non per caso. La Fiorentina a settembre l’ha blindato col prolungamento del contratto fino al 2028. Un’altra scelta perfetta.
Se Italiano l’anno scorso ha avuto il merito di lanciarlo tra i grandi, con l’esordio al Maradona contro il Napoli, è a Palladino che Comuzzo deve la continuità al centro della difesa. Il tecnico viola ne ha capito subito le potenzialità, confermandolo in prima squadra e schierandolo fin dalla prima di campionato. Una crescita continua che ha nei duelli individuali e nella marcatura i suoi punti di forza, abbinati alla concentrazione che Pietro “il soldato” mette in ogni istante della gara. Puntualità, precisione, voglia di applicarsi e migliorare.
La famiglia come rifugio sicuro, per un ragazzo che dopo gli inizi al Tricesimo è passato all’Udinese, poi al Pordenone e infine alla Fiorentina fin da quando aveva tredici anni. La scomparsa della madre e un dolore che Pietro ha saputo trasformare in energia positiva. Lo scrive Repubblica.