Manuel Pasqual, in un’intervista disponibile sulle pagine de La Gazzetta dello Sport, è tornato sul controverso episodio che, sabato scorso, lo ha visto protagonista nel concitato finale di Fiorentina-Empoli: “Voglio spiegare quanto successo una settimana fa. All’ultimo minuto c’è un rigore per noi, il rigorista in campo è Pucciarelli ma non sta bene, Martusciello chiede di battere a me. Io torno da Pucciarelli, cerco conferme sul fatto che vada io. Sono un professionista, calcio. Ma non ho baciato maglie, esultato o fatto chissà che gesti. Sono rimasto immobile, aspettando i compagni: l’unico modo per non mancar di rispetto a nessuno. In campo i ricordi valgono zero. Altrimenti dovrei tirar fuori le due volte che con Vincenzo abbiamo vinto a San Siro contro il Milan. E quello di un’altra vittoria a Milano: ha parlato di gara epica dopo il successo dei suoi a Bologna, ma anche noi battemmo l’Inter in 9″.
Prosegue sulla parentesi vissuta a Firenze con Vincenzo Montella: “A Firenze, dentro lo spogliatoio, il clima era disteso e di entusiasmo. Così, e parlo in generale, puoi colmare la differenza tecnica con le altre. Lui arrivò e fece la rivoluzione. Fisica, atletica, alimentare. Mentale. Volle imporre la sua filosofia, totalmente diversa da ciò a cui eravamo abituati, e che ora cerca di ripetere al Milan. Con il tempo riuscirà anche lì. In certe cose vedo che è lo stesso: mi piaceva più di tutto per come difendeva il gruppo, sempre, anche quando la colpa era di tutti ma non sua. La squadra certe cose te le ridà indietro. Allora era un po’ permaloso, parlava poco con i giocatori. A meno che non lo cercassi tu”.