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Parisi ha poche ragioni per andare via. Gudmundsson in pochi minuti ha fatto capire la sua classe

Rassegna Stampa

Parisi ha poche ragioni per andare via. Gudmundsson in pochi minuti ha fatto capire la sua classe

Redazione

13 Dicembre · 08:59

Aggiornamento: 13 Dicembre 2024 · 09:00

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La Fiorentina vince e convince. 7 gol a Lask e tante risposte positive, da Parisi a Sottil, fino al rientro di Gudmundsson

Era fondamentale vincere, come aveva detto Palladino, ma lo era anche segnare tanti gol visto che la differenza reti alla fine potrebbe essere decisiva per la qualificazione nelle prime otto. E se il Lask sembrava una vittima predestinata per la sua evidentissima modestia tecnica, non aveva però alcuna intenzione di farsi seppellire di gol, come invece è successo. Ed è questo aspetto, i sette gol, che dà alla partita della Fiorentina il vero significato per la corsa in Conference League. Piegare i fragilissimi austriaci è stato un compito da ragazzi, ma continuare ad attaccare per segnare ancora e ancora è il frutto della mentalità della squadra di Palladino.

Che stavolta ha rinunciato a una maxi rotazione proprio per evitare sgradevoli sorprese. La qualificazione agli ottavi non è ancora conquistata, la Fiorentina dovrà vincere anche a Guimaraes, nell’ultima giornata di Conference, per esserne aritmeticamente certa, ma intanto resta nelle prime otto, salendo anche qualche gradino. Il doppio centravanti è stata la nuova mossa del tecnico, Kouame non dietro ma al fi anco di Kean, e due ali d’attacco come Ikoné e Sottil, 4-2-4 si può dire. Il risultato dell’esperimento è stato soddisfacente, favorito però dalla pochezza del Lask e dalla timidezza della sua difesa: questa squadra, in Italia, fatica in Serie B.

Kean ha segnato subito, ma con un tocco di mano e gol annullato, mentre nel finale del primo tempo ha centrato il palo esterno; Kouame con la lunga falcata ha bruciato i piedi lenti degli austriaci in occasione del secondo gol e non solo. Dati incoraggianti sono arrivati a Palladino dall’ottimo lavoro sull’asse di sinistra Parisi-Sottil. Parisi era entrato, suo malgrado, nella bufera del caso-Biraghi, ma l’ex empolese finora si è ritagliato (meritandolo) un po’ di spazio, è titolare in Conference e se un giorno Gosens dovrà riposare sarà lui il sostituto. Ragioni per andarsene a gennaio ce ne sono poche. Ha spinto tanto, trovando sempre i tempi giusti per l’intesa con Sottil, che ha segnato un gol splendido (mezza girata al volo) proprio su cross di Parisi.

Quanto a Sottil, ha dato a Palladino la risposta che voleva, con una doppietta, un assist e un lavoro consistente su tutta la fascia: per il posto che purtroppo Bove ha lasciato libero, la prima scelta è lui. Ed è giusto sottolineare l’evoluzione di questo ragazzo, un tempo circondato dalla diffidenza della gente (anche per sue responsabilità) e ora, grazie a Palladino che ha puntato molto su di lui, può uscire dal campo fra gli applausi dei tifosi come è successo ieri. Nell’ultima mezz’ora, altra prova in coppia per Beltran e Gudmundsson, la migliore argenteria in mostra al Franchi.

L’islandese è entrato per far capire che uno come lui, una volta recuperato fisicamente, non può stare fuori: prima un destro a fil di palo, poi un assist geniale per il 5-0 di Mandragora e infine il rigore del 7-0. Nel finale debutto per un altro giovane, Jonas Harder, classe 2005. In porta c’era un altro ragazzino, Tommaso Martinelli, classe 2006. A destra, Michael Kayode, classe 2004. La vittoria, i sette gol e i giovani in campo, per la Fiorentina è stata un’altra bella serata. Lo scrive il Corriere dello Sport

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