“Per il settore arbitrale – ha detto Marcello Nicchi, presidente dell’AIA a La Gazzetta dello Sport – penso ad esempio a designazioni che prevedano viaggi bei e spero che non vengano subito impugnate da chi vuole fare polemica. Ci sono tante categorie che anche oggi sono in attività, dai medici, veri simboli di questa pandemia, a chi lavora nei supermercati, negli uffici o nelle redazioni dei giornali. Possono tornare a farlo anche atleti e arbitri, se adeguatamente seguiti e controllati. Se si riprenderà con la Var? Sì, la società che si occupa di tutta la tecnologia ci ha assicurato che le stanze con le apparecchiature negli stadi saranno santificate e si manterranno le distanze di sicurezza. Forse diminuirà il numero di perone, ogi sono sei, potrebbero essere meno, ma la Var ci sarà. È nostra intenzione scegliere gli arbitri più in forma per le partite più importanti senza vincoli geografici. Però partiamo da due presupposti: il primo è tutti i nostri arbitri offrono garanzie; il secondo è che arbitri e assistente non viaggiano su pullman o charter come le squadre. Se possiamo permettere a un arbitro di raggiungere la partita di competenza senza attraversare mezza Italia non è meglio? O vogliamo affermare che un arbitro professionista, se la pandemia lo rendesse necessario non potrebbe arbitrare la squadra della propria città?”.