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Nessun Club è meno importante del singolo, nemmeno se ti chiami Cristiano Ronaldo

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Nessun Club è meno importante del singolo, nemmeno se ti chiami Cristiano Ronaldo

Giuseppe Cizza

15 Novembre · 14:01

Aggiornamento: 15 Novembre 2022 · 14:21

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IL TORMENTO DI CRISTIANO RONALDO

E’ molto probabile che tra tutti i cosiddetti ”edotti” del mondo del pallone, non esista anima viva (Antonio Cassano a parte, ma qui andrebbe aperto un ulteriore dibattito) capace di non annoverare Cristiano Ronaldo tra i calciatori più forti, decisivi, iconici e, oggigiorno, anche influenti della storia del calcio. Quel classico caso per cui ”non servono presentazioni”, sebbene oggi, al 15 Novembre 2022, contrariamente a quanto era lecito attendersi, le scorribande mediatiche dell’asso portoghese hanno ben poco a che fare con il calcio giocato.

Chiaro ed evidente, in questo senso, è il riferimento che l’attaccante nativo di Funchal ha rilasciato ai canali del Sun e di Talk Tv. Una mossa per molti non casuale, e strumentale anzi a dar voce al proprio malcontento per una situazione che dal suo ritorno al Manchester United, soprattutto per demeriti personali, è ben distante dall’essere rosea e distesa. Impiego altalenante, prestazioni scialbe e opache e un rapporto che, con Ragnik prima e Ten Hag poi, ha sempre avuto non poche zone d’ombra.

Ebbene, in quello che dunque è apparso come un vero ed autentico sfogo, Cristiano Ronaldo ha letteralmente sparato a zero contro Erik Ten Hag, incolpandolo di non riconoscergli alcun rispetto e dunque di non aver alcun problema nel ricambiare il trattamento.

Nessuna clemenza neppure per la dirigenza, rea secondo Ronaldo, di aver ingaggiato uno che di professione farebbe il DS (Ragnik) affidandogli però la panchina dello United, abbandonando così i Red Devils alla più totale approssimazione.

Accuse anche più ruvide, questa volta non di matrice sportiva, Ronaldo le ha rivolte anche allo stato maggiore del club, che avrebbe biasimato la sua assenza durante la pre season, senza tener conto che invece Cristiano sarebbe stato intento a star vicino a sua figlia di appena tre mesi alle prese con alcuni problemi di salute.

E non è mancata nemmeno una bordata ad un suo ex compagno di squadra ai tempi della sua prima esperienza inglese sotto la guida di Sir Alex Ferguson: Wayne Rooney.

L’ex attaccante della nazionale inglese aveva infatti criticato Ronaldo e la sua scelta di tornare a Old Trafford in una fase discendente della sua carriera. Una critica che anche il quel caso il cinque volte pallone d’oro ha provveduto a rispedire al mittente.

Una querelle sicuramente stucchevole ed evitabile, che mette però in risalto l’evidenza di una parabola, quella del  Ronaldo calciatore, sempre più in caduta libera. Quasi come se, non potendo più fare la differenza in campo, tentasse di affidarsi ad altre strade.

Una chiave di lettura plausibile, almeno secondo l’opinione di chi vi scrive, è che invece, molto più semplicemente, Ronaldo sia al tempo stesso vittima e carnefice di se stesso. Troppo offuscato dal proprio ego, incapace di percepire che la luce propria della quale ritiene ancora di brillare, altro non sia che il riflesso di ciò che Ronaldo è stato, e non più di ciò che Ronaldo è.

Riconoscersi una tale leadership ed una tale centralità pur non apportando nulla di concretamente utile alla causa sportiva ormai da temo, non è dunque altro che la fotografia del triste epilogo che la sua gloriosa carriera sembrerebbe, con un mondiale alle porte, purtroppo apprestarsi a vivere.

CAPITOLO LIONEL MESSI

E da ultimo, è anche facile immaginare che la conclamata (per qualcuno inaspettata) rinascita sportiva in quel di Parigi del rivale di sempre, Lionel Messi, funga da ulteriore aggravio per i tormenti di Ronaldo.

La pulce, che invece illumina con le sue magie il prato del Parco Dei Principi, e che si appresta a disputare il suo ultimo mondiale in maglia albiceleste con i favori del pronostico e per di più da leader tecnico ed emotivo, non sembra tener conto dell’avanzare dell’età o delle pressioni mediatiche. Esattamente i due aspetti che, ad ora, stanno inscenando il capitolo più difficile della vita (calcistica e non calcsitica) di Cristiano Ronaldo.

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