Il male oscuro non molla la Fiorentina che a Bergamo strappa il biglietto numero 13 di partite di campionato e crolla ancora una volta. Fragile sul piano nervoso (il fantasma della retrocessione genera uno stress evidente) e ancora sempre sfilacciata nell’impostazione tattica, la squadra di Vanoli incassa un 2-0 massacrante segnato anche da episodi (come il vantaggio di Kossounou e il palo di Kean) timbrati dalla sfortuna.
Nel 3-5-2 di Vanoli torna la coppia d’attacco ‘pesante’ Kean-Piccoli e in regia c’è Fagioli che però non funziona. Palladino, per la sua prima volta da ex contro la Fiorentina, gioca con De Ketelaere a supporto di Lookman e Scamacca. La partita si apre con un errore di Piccoli davanti alla linea di porta. Occasione gettata al vento. A spingere per i viola sembra soprattutto Kean, ma con lo scorrere dei minuti l’Atalanta inizia a guadagnare metri. Due le conclusioni (Scamacca e De Ketelaere) su cui è De Gea a metterci la pezza. Va in sofferenza, la Fiorentina che sul piano caratteriale vorrebbe non mollare e (35′) confeziona ancora con Piccoli un’azione su cui è attento Carnesecchi a chiudere. Sulla ripartenza tocca ancora a De Gea a mettere la firma su un intervento (miracoloso) davanti alla nuova incursione- conclusione di De Ketelaere. De Gea che invece non intercetta il tiro-cross a girare di Kossounou, allo sprint del primo tempo. Nerazzurri in vantaggio.
Il tempo del semaforo verde della ripresa e l’Atalanta piazza il raddoppio con Lookman, veloce e preciso a piazzare una ribattuta corta di De Gea su testa di De Ketelaere. La serata diventa un salita impossibile. Dove anche la fortuna molla i viola: la riprova è il palo di Kean che in qualche modo avrebbe potuto ridare una spinta sul piano psicologico. Si chiude qui. Con la Fiorentina in un male oscuro che sembra inguaribile, con la squadra sotto il curvino dei tifosi e Dzeko col megafono a stringere una sorta di patto salvezza. Lo scrive La Nazione.
