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Nazione svela: “La Fiorentina si tira fuori a queste condizioni. Spunta spettro di un altro esilio”

Rassegna Stampa

Nazione svela: “La Fiorentina si tira fuori a queste condizioni. Spunta spettro di un altro esilio”

Redazione

23 Ottobre · 08:24

Aggiornamento: 23 Ottobre 2025 · 08:24

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La candidatura del Franchi a ospitare Euro 2032 a questo punto diventa decisiva

Non a queste condizioni. I nodi che attanagliano il progetto di restyling dello stadio Franchi, venuti al pettine dopo il mea culpa della sindaca Funaro sui ritardi dei lavori, hanno innescato la reazione (anche piuttosto piccata) della Fiorentina. Il club lo dice in maniera esplicita: così la Fiorentina non ci sta più.

E si tira fuori. «Alla luce degli ultimi elementi forniti, come già comunicato al Comune, le condizioni per un eventuale coinvolgimento della Fiorentina nel progetto dovranno essere nuovamente valutate», tuona in una nota la società guidata da Rocco Commisso. Una conclusione che per la Fiorentina è inevitabile dato che il «club non può che esprimere malcontento e sorpresa vista la disponibilità mostrata da sempre». E il riferimento per niente velato è alle tre partite di fila in trasferta a cui è stata obbligata la Fiorentina a inizio stagione per consentire agli operai di lavorare senza lo stress delle partite. E quindi «aver lasciato libero lo stadio da fine maggio a metà settembre di quest’anno», rimarca la nota.

Un sacrificio che il club non sembra più disposto a tollerare. Così la soluzione paventata dal Comune di un nuovo esilio forzato è stata rispedita al mittente tempo zero. «Sono stati illustrati anche ulteriori e possibili attività per la seconda parte dei lavori che, al momento, potrebbero comunque prevedere alcuni mesi lontani dal Franchi – prosegue la nota del club viola –. Scenari che non possono che generare preoccupazione e dispiacere». Parole nette tanto da spingere Palazzo Vecchio a intraprendere la strategia distensiva facendo trapelare che sarebbero pronti a valutare una (ulteriore) variante affinché la squadra resti comunque a giocare al Franchi.

Più di qualcosa però sembra essersi incrinato: «Lo stadio Franchi, oltre a essere un cantiere ormai già da febbraio 2024, rimarrà tale con tutte le difficoltà economiche e sportive che ne derivano, sicuramente per tutta la stagione 2026/27, anno del centenario», fa notare la società. Che poi non si fa mancare la frecciatina finale, rimarcando come la storia poteva essere totalmente diversa: «Rimane ancora l’enorme dispiacere per non essere riusciti a portare a termine con i precedenti interlocutori il Nuovo Franchi che, nel 2019, il presidente Commisso avrebbe voluto realizzare a proprie spese dovendo poi prendere atto che ciò non è stato mai permesso».

L’estate rovente del Franchi, quella che doveva rappresentare la svolta, si è trasformata dunque in un vero e proprio boomerang. E invece dell’accelerata decisiva ha portato a galla tutti i «problemi tecnici», come li ha definiti Funaro, che hanno rallentato le operazioni. Questione di tempi, scadenze e costi. Adesso sono tanti, troppi gli interrogativi, ingrossati a dismisura dopo il botta e risposta tra Palazzo Vecchio e la Fiorentina. Rocco Commisso sembrava disposto a sborsare una cinquantina di milioni come parte di finanziamento del secondo lotto (ancora da finanziare) in cambio di uno sconto sull’affitto dell’impianto. Ma ora è chiaro che cambiano tutte le carte in tavola. E in questa partita così intricata le risorse giocano un ruolo fondamentale. Il costo totale del primo stralcio dei lavori ammonta a 151 milioni e 308mila euro, già finanziati. Altri 55 milioni sono stati sbloccati da Roma lo scorso luglio. Per il secondo lotto si stima che ne servano (almeno) altri 100. La candidatura del Franchi a ospitare Euro 2032 a questo punto diventa decisiva: se lo stadio sarà inserito tra gli impianti scelti dalla Figc diventerà di interesse strategico nazionale e potrà attrarre nuove risorse. Ma basterà? Lo scrive La Nazione.

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