Hanno scelto il palcoscenico europeo per alzare la voce e l’hanno fatto con la sfacciataggine di chi non ha nulla da perdere. A Vienna, nella notte contro il Rapid, la Fiorentina ha ritrovato un futuro tutto italiano: Cher Ndour, Niccolò Fortini ed Eddy Kouadio. Tre ragazzi, tre firme su una vittoria che sa tanto di investitura.
E proprio loro adesso chiedono spazio, anche in campionato. Il sigillo di Ndour, il secondo stagionale, non è stato solo una statistica: è stata anzi la conferma di un talento in crescita, più a suo agio nei ritmi continentali dove può esprimere la sua tecnica senza il peso delle attese. Il centrocampista, che Pioli sta dosando con attenzione, sembra oggi il più pronto per entrare stabilmente nel cuore del progetto viola. Ma a rubare la scena in Austria sono stati anche i due 2006, Fortini e Kouadio, entrambi in grado di confezionare un assist. Il primo ha trovato in Dzeko un alleato d’eccezione e non è forse un caso che il bosniaco, dopo il 2-0, abbia scelto di abbracciare solo lui, quasi a sancire un passaggio di testimone. E chissà che, con un Dodo ancora lontano dai giorni migliori, Fortini non possa presto scavalcare le gerarchie sulla destra.
Kouadio invece resta la mascotte del gruppo: sorriso contagioso, gambe leggere e quella spensieratezza che ha già conquistato tutti. Dopo il debutto di Torino ad agosto, a Vienna è arrivato un altro segnale forte. Pioli intanto annota e riflette. In attesa di fissare un «undici tipo» per le sfide più delicate del campionato, il tecnico ha scoperto che dietro i titolari c’è un patrimonio pronto a esplodere. E la Fiorentina sorride: in una sola notte, ha visto sbocciare tre promesse italiane, due delle quali cresciute in casa. Un segnale confortante per il futuro. Lo riporta La Nazione.
